Tra pochissimi mesi, il reddito di cittadinanza potrà essere solo un ricordo per una grandissima fetta di percettori.
Infatti a partire dal mese di agosto del 2023 circa 600mila beneficiari potranno vedere accreditata l’ultima ricarica del reddito di cittadinanza.
Pare che la carriera del reddito di cittadinanza stia quasi per terminare. Nel mese di agosto del 2023, circa 600.000 percettori dovranno dire per sempre addio a tale agevolazione. Lo scopo del governo Meloni è stato quello di eliminare questa misura così che potesse introdurne una nuova a partire dal 2024.
Inoltre, in base ad una bozza riguardo al sussidio che combatte la povertà, pare che il governo sia già al lavoro per sostituire il reddito di cittadinanza con la misura per l’inclusione attiva, la cosiddetta Mia. Un sussidio che vedrà una platea diversa insieme a diversi importi, requisiti e durata. In poche parole, questa nuova misura separa le platee per accedere al beneficio dividendole tra famiglie al cui interno sono presenti minori, over 60 e disabili con quelle che non vedono nessuna di queste figure al suo interno. Per questi ultimi infatti è previsto un importo più basso insieme ad una durata minore del sussidio stesso.
Lo scopo è quello di cercare di rendere più agile il percorso al lavoro così da evitare ciò che è accaduto con il reddito di cittadinanza. Inoltre, le famiglie formate da un solo componente potranno accedere al sussidio con un importo decurtato a meno che questo non sia formato da un over 60 o da un disabile.
In base a ciò che riporta l’Adnkronos, durante gli ultimi giorni dello scorso anno l’Ufficio parlamentare di bilancio aveva affermato che il 38,5% dei nuclei che ricevevano il reddito ad agosto potevano essere esclusi. In poche parole, tre quarti dei nuclei beneficiari non potranno più utilizzare tale sussidio.
In base ai dati condivisi recentemente, pare che nel 2022 sono stati utilizzati 8 miliardi di euro per finanziare il sussidio. In base ai dati dell’INPS, lo scorso anno le famiglie che hanno sfruttato il reddito di cittadinanza sono state 1.685.161 che, complessivamente si traduce in 3.662.803 persone con un importo che in media si aggira intorno ai 551 euro.
Coloro che ne hanno beneficiato di più sono stati gli italiani residenti al sud e nelle isole con la presenza di 1.040.957 famiglie. Al nord invece i percettori sono decisamente di meno in quanto si parla di 372.317 famiglie per un totale di 728.5507 persone. Al centro, coloro che hanno ricevuto almeno una mensilità del reddito di cittadinanza sono due 71.887 famiglie per un totale di 534.421 persone.
Se invece si prende sotto esame i dati condivisi dall’Anpal, pare che 919.916 beneficiari del reddito siano stati richiamati per i servizi del lavoro. Di questo numero, il 18,8%, ossia 173.000, risultano essere occupati mentre il 71,8%, ossia 660.000, hanno sottoscritto il patto di lavoro. Il restante, ossia il 9,4%, è esonerato, rinviato ai servizi sociali oppure escluso. Tre quarti dei soggetti che hanno sottoscritto il patto del Lavoro, ossia il 72,8%, non ha ricevuto nessun tipo di richiesta per un lavoro subordinato. Questo ciò che accomuna ben 480.000 persone.
Il reddito di cittadinanza è una delle misure più apprezzate dal popolo di italiano. Ed è per questo motivo che numerose sono le manifestazioni che in tutta Italia si stanno organizzando proprio per rendere pubblico il proprio malcontento per la fine del sussidio.
A Pescara, il 14 marzo, proprio di fronte al Centro per l’impiego, è stato organizzato un presidio in cui i protagonisti sono proprio percettori del reddito di cittadinanza. In base ai dati della CGIL Abruzzo e Molise, di 39.000 persone che in questa regione sfruttano il reddito di cittadinanza, 17.600 beneficiari appartengono alla categoria di occupabili, ossia di coloro che dal mese di agosto non potranno più sfruttare il sussidio.
Fino a dicembre 21.400 beneficiari potranno continuare a sfruttare il reddito di cittadinanza anche se vedranno una diminuzione dell’importo. Inoltre, la Federazione Sindacale di Base Abruzzo e Molise ha organizzato una manifestazione in cui sono stati invitati tutti i percettori del beneficio statale così che possano far sentire la propria voce.
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