A quanto pare il nuovo governo ha previsto delle modifiche al reddito di cittadinanza. Saranno introdotti dei parametri oggettivi nei confronti di coloro che lo percepiranno.
Dunque le nuove disposizione sul reddito di cittadinanza non solo prevedono la divisione in due blocchi per coloro che possono percepire il reddito, ma è stato previsto che questo non sarà più corrisposto a vita; la durata sarà limitata a un determinato periodo di tempo.
Dunque il governo neoeletto ha previsto delle nuove disposizioni rispetto alla percezione del reddito di cittadinanza. In primo luogo bisogna specificare che coloro che potranno acquisire “l’agevolazione” saranno divisi in due blocchi, sulla base di specifici parametri.
Il primo blocco consiste negli inabili, ossia coloro che a causa delle loro condizioni di salute, non sono in grado di conferire le loro prestazioni lavorative. Dunque non possono oggettivamente lavorare.
Per questa specifica categoria di persone, il reddito di cittadinanza continuerà ad essere corrisposto a vita, senza limitazioni. Questa misura viene intesa come un vero e proprio sostegno alla povertà.
Proprio in vista di ciò si sta pensando anche di spostare la gestione delle pratiche dall’Inps agli enti locali e dunque a istituzioni più vicine ai cittadini e maggiormente in grado di valutare adeguatamente le situazioni.
Nel secondo blocco invece rientrano coloro che pur essendo capaci di lavorare, non riescono a trovare un posto di lavoro. Per questa categoria di persone, il governo ha pensato di ridurre la quantità del beneficio nel tempo. In modo da disincentivare il meccanismo di non ricerca del posto di lavoro a causa della presenza del sussidio.
Il procedimento elaborato dal governo consisterebbe in un’erogazione che durerebbe fino ai 18 mesi. Per poi essere stoppata per circa 6 mesi. Se il soggetto non riesce a trovare occupazione per altri 12 mesi, allora il reddito verrebbe restituito nuovamente.
Dopo un anno però vi sarebbe un ulteriore stop e terminato anche questo nuovo periodo, se il soggetto non riesce ancora a trovare lavoro, allora si prevede l’interruzione definitiva all’agevolazione. Perderebbe quindi il diritto a percepire il reddito.
Attraverso questa modifica abbastanza sostanziale delle modalità di percezione del reddito di cittadinanza, il governo desidera raggiungere due obiettivi in particolare.
Il primo è quello di incentivare coloro che non riescono a trovare occupazione e sono dunque costretti a rimanere per 6 mesi senza flussi di reddito, a cercare di riaffacciarsi (in modo quasi obbligato) al mercato del lavoro.
Il secondo obiettivo è invece di matrice economica. Infatti queste interruzioni temporali dell’emissione del reddito, permetterebbero allo Stato di risparmiare circa 1,2 miliardi a semestre.
E secondo alcune stime il ministero dell’Economia risparmierebbe nell’arco dei prossimi 3 anni circa 3,6 miliardi di euro.
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