Approvato in commissione di Bilancio della Camera il nuovo emendamento che prevede che il reddito di cittadinanza decadrà nel caso in cui non si accetti la prima offerta di lavoro, anche se considerata non congrua.
E questo quello che stabilisce il nuovo emendamento e che si prepara a cambiare definitivamente la norma. Infatti fino ad oggi se un’offerta di lavoro doveva arrivare entro 80 chilometri di distanza dalla propria residenza e doveva essere raggiungibile entro un massimo di cento minuti con l’utilizzo dei mezzi pubblici.
Il reddito di cittadinanza è pronto a cambiare
È stato approvato nella commissione di Bilancio della Camera il nuovo emendamento sul reddito di cittadinanza, che rimane attivo ed è ancora possibile richiedere ma con qualche modifica alla norma.
La modifica principale che è stata approvata è la perdita del reddito di cittadinanza qualora non si accetti la prima offerta di lavoro che viene ricevuta, anche se essa viene definita non congrua. Cosa vuol dire? Vuol dire che fino ad oggi per poter accettare un lavoro proposto era necessario che l’offerta lavorativa fosse congrua per il beneficiario del reddito di cittadinanza, doveva perciò rispettare una serie di benefici.
La proposta lavorativa doveva arrivare entro 80 chilometri dalla residenza del beneficiario, doveva inoltre essere raggiungibile in non più di cento minuto con l’utilizzo dei mezzi di traporto pubblico e infine doveva essere coerente con le esperienze del beneficiario e le competenze maturate.
L’offerta di retribuzione doveva essere superiore almeno del 20% in più rispetto a quella percepita nell’ultimo mese. Tutti questi parametri non saranno perciò più considerati, e decadrà perciò la possibilità di continuare a prendere il reddito di cittadinanza anche rifiutando la prima offerta lavorativa.
Il reddito di cittadinanza oggi in Italia
Secondo quanto riportato dal sito dell’INPS questi sono i dati attuali del reddito di cittadinanza in Italia.
Nei primi sette mesi dell’anno 2022 i beneficiari del reddito di cittadinanza sono stati 1605819, hanno almeno percepito una mensilità e sono coinvolte 3515428 persone, con un importo erogato mediamente di 552,33 euro a livello nazionale.
Tra i mesi di gennaio e luglio 2022 è stato revocato il reddito di cittadinanza a circa 37885 nuclei familiari, e hanno perso il diritto di prenderlo circa 207033 nuclei familiari.
A luglio 2022 i nuclei familiari beneficiari del reddito di cittadinanza erano 1053443.
A riportare questi dati è stato l’Osservatorio su Reddito e Pensione di Cittadinanza e i dati sono aggiornati al 18 agosto 2022.
Per poter richiedere il reddito di cittadinanza in Italia è necessario rientrare nei parametri previsti per legge, ecco quali sono:
- Avere un ISEE inferiore a 9360 euro.
- Avere un patrimonio immobiliare, diverso dalla propria casa di abitazione, che non sia superiore ai 30 mila euro.
- Il patrimonio mobiliare invece non deve essere superiore a 6 mila euro. A questo importo sono poi da aggiungere 2 mila euro per ogni componente del nucleo familiare, al di la del primo. L’importo non può comunque superare il massimo previsto che è di 10 mila euro. C’è inoltre un incremento di mille euro per ogni figlio che è successivo al secondo, e si incrementa invece di 5 mila euro in caso vi siano persone nel nucleo familiare con disabilità.
- Il valore del reddito familiare deve risultare inferiore ai 6 mila euro annui e deve essere moltiplicato per il parametro della scala di equivalenza indicata dal decreto, in particolare da comma 5: è pari a uno per il primo componente del nucleo familiare, 0,4 per ogni componente di età maggiore ai 18 anni e 0,2 per ogni componente minorenne.
- Nessuno dei componenti del nucleo familiare deve essere un intestatario o avere disponibile un autoveicolo immatricolato per la prima volta nei sei mesi antecedenti la richiesta, oppure un autoveicolo che presenti una cilindrata superiore ai 1600 cc, o anche un motoveicolo con cilindrata superiore ai 250 cc immatricolato nei due anni antecedenti, da questi sono esclusi i mezzi per le persone disabili.
- Non si deve essere inoltre intestatari o disporre di barche.
- Non si può essere soggetti in stato detentivo o ricoverati all’interno di una struttura a lunga degenza, o una struttura residenziale a carico dello Stato o delle altre PA.
- Non si può percepire qualora nel nucleo familiare vi siano disoccupati che hanno richiesto le dimissioni volontarie.