In garage auto di lusso e barche, nel portafogli il sussidio destinato (su carta) a chi non arriva a fine mese: è il ritratto di alcuni dei 2.241 furbetti del Reddito di cittadinanza scoperti nel maxi blitz condotto dai Carabinieri del Comando provinciale e del Nucleo Ispettorato Lavoro di Napoli. Un’operazione che ha portato a scoperchiare un vaso di Pandora in cui, tra i percettori senza diritto, spiccherebbero anche boss di camorra. Il tutto nell’alveo di una truffa milionaria ai danni dello Stato estesa in 5 Regioni.
L’entità della truffa ai danni dello Stato, scoperta dai Carabinieri del Comando provinciale e del Nucleo Ispettorato Lavoro di Napoli, ammonterebbe a un totale di oltre 5 milioni di euro. Le indagini, cui ha collaborato anche l’Inps, avrebbero visto finire nel fuoco investigativo migliaia di istanze per il Reddito di cittadinanza e, all’esito di una complessa attività di verifica, avrebbero condotto alla scoperta di 2.441 posizioni irregolari.
Altrettanti “furbetti” del sussidio immediatamente destinatari di revoca. Tra i beneficiari della misura sarebbero spuntati anche camorristi e parenti, lavoratori in nero, parcheggiatori abusivi, rapinatori e truffatori.
Non solo il territorio del Napoletano: lo spettro delle indagini abbraccerebbe almeno 5 Regioni, per una truffa che complessivamente ammonterebbe intorno ai 20 milioni.
Tra i casi individuati e denunciati, quello di di un 46enne che, arrestato, avrebbe finto di essere bulgaro per intascare il sussidio. Ma c’è anche chi aveva una Ferrari, una barca, diversi appartamenti, un autonoleggio con 27 auto, chi una scuola di ballo. E persino chi si sarebbe inventato di avere figli per incassare i soldi.
È una parte della fotografia che sarebbe emersa dalla maxi operazione, condotta tra il 1° maggio e il 17 ottobre scorsi, dai Carabinieri del comando interregionale ‘Ogaden’, con giurisdizione su Campania, Puglia, Abruzzo, Molise e Basilicata, in collaborazione con il comando Carabinieri Tutela del Lavoro. In totale, nelle aree sottoposte a controllo, sarebbero venute a galla circa 5mila irregolarità.
Secondo quanto riportato dall’Ansa all’esito della vasta operazione delle forze dell’ordine, 75 percettori sarebbero risultati imparentati con note famiglie malavitose napoletane (Tolomelli, D’Amico, Sorianiello, Puccinelli, Giuliano e Giannelli).
Tra i numerosi furbetti, avrebbero intascato il Reddito di cittadinanza anche 5 persone il cui profilo graviterebbe intorno agli Amato-Pagano, gli scissionisti di Secondigliano, alcune ritenute parte del clan Cifrone e della famiglia dei Balzano. 10 sarebbero gli affiliati al clan Grimaldi/Vanella Grassi e, nel Napoletano, 25 i nomi di spicco della criminalità organizzata tra i beneficiari illeciti: si tratterebbe di familiari di affiliati a clan quali Nuvoletta, Orlando, Polverino, Amato-Pagano e De Rosa-Pianese.
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