Tutto pronto per il reddito di inclusione 2018. Come da circolare Inps, pubblicata anche sul sito, dall’1 dicembre 2017 si potrà fare domanda per accedere al Rei e con una platea allargata: le prime ad aver accesso saranno le famiglie con minori, disabili, donne in gravidanza a quattro mesi dal parto e disoccupati over 50. A partire dal prossimo luglio, il reddito di inclusione 2018 sarà esteso a tutte le famiglie in stato di bisogno economico. Il Rei è entrato ufficialmente in vigore con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del 14 ottobre 2017: si tratta di una misura contro la povertà voluta dal governo, al via dall’1 gennaio 2018, e sostituisce il Sostegno all’inclusione attiva (Sia) e l’Asdi, l’Assegno di disoccupazione. La misura prevede un assegno mensile che varia da 190 euro a 485 euro, cifra quest’ultima che corrisponde all’assegno sociale per gli over 65 senza reddito. La variazione dipende da diversi fattori, in particolare da alcuni requisiti per il reddito di inclusione, a partire dalla situazione reddituale e dalla composizione del nucleo familiare: vediamo quali sono i requisiti, a chi spetta e quando e come fare domanda.
Il reddito d’inclusione è stato uno dei temi chiave nella strategia del governo Gentiloni per la lotta alla povertà. Nel presentare il decreto lo scorso agosto, il ministro del Lavoro Giuliano Poletti aveva definito il Rei “il pilastro fondamentale del piano nazionale per la lotta alla povertà“, andando a colmare “un vuoto annoso nel sistema italiano di protezione degli individui a basso reddito“.
Fin da subito è stata espressa grande soddisfazione da parte dell’esecutivo, e in particolare dal premier Paolo Gentiloni che lo ha definito come “un aiuto a famiglie più deboli, un impegno di Governo, Parlamento e Alleanza contro la povertà“.
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Per come è strutturato, ha specificato Poletti, il reddito d’inclusione “è il segno di un nuovo approccio alle politiche sociali, in quanto si fonda sul principio dell’inclusione attiva, ovvero sull’affiancamento al sussidio economico di misure di accompagnamento capaci di promuovere il reinserimento nella società e nel mondo del lavoro di coloro che ne sono esclusi“.
Il reddito di inclusione 2018 è “una misura a vocazione universale, condizionata alla prova dei mezzi e all’adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa finalizzato all’affrancamento dalla condizione di povertà“, così come definito dal decreto legislativo.
Si tratta di un aiuto alle famiglie più povere. Il reddito di inclusione è diviso in due componenti: un “beneficio economico“, cioè un assegno su dodici mensilità con un importo che varia da 190 euro a 490 euro, e “una componente di servizi alla persona identificata”, cioè una serie di attività per l’inserimento al lavoro e al superamento della povertà, tramite un “progetto personalizzato” per l’inserimento o reinserimento lavorativo e l’inclusione sociale.
Il reddito di inclusione nella prima fase spetterà a circa 660mila famiglie per uno stanziamento totale di circa 2 miliardi di euro comprensivi dei fondi per l’inclusione sociale: la priorità verrà data alle famiglie con figli minori o disabili anche maggiorenni, donne in stato di gravidanza e disoccupati over 50.
I requisiti del reddito di inclusione sono diversi. È necessario che il nucleo familiare abbia un valore dell’ISEE, in corso di validità, non superiore a 6mila euro; un patrimonio immobiliare, diverso dalla prima casa di abitazione, non superiore a 20mila euro; un patrimonio mobiliare (depositi, conti correnti) non superiore a 10mila euro, ridotto a 8mila euro per la coppia e a 6mila euro per la singola persona.
Chi rientra nei parametri ISEE, potrà percepirlo anche se lavora, mentre non lo potrà avere chi già fruisce della NASpI o di un altro ammortizzatore sociale per la disoccupazione involontaria.
Con la legge di Bilancio 2018 la platea dei beneficiari è stata allargata per quello che era il primo obiettivo del governo, in un piano che prevede di coprire tutte le persone in condizione di povertà assoluta: secondo il rapporto Istat sulla povertà in Italia nel 2016, le famiglie residenti in Italia in povertà assoluta sono 1 milione e 619mila per un totale di 4 milioni e 742mila persone.
La modifica riguarda gli over 55 disoccupati: il Rei viene esteso a chi non ha un lavoro per licenziamento collettivo, per dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale, per aver cessato da almeno 3 mesi la fruizione dell’intera prestazione di disoccupazione, rispettando, in ogni caso, gli altri requisiti.
Dall’1 luglio 2018 cadranno i requisiti della composizione del nucleo familiare e tutte le famiglie in stato di bisogno economico potranno fare richiesta.
Come anticipato, il reddito di inclusione 2018 prevede un beneficio economico che varia da 187,5 euro a un massimo di 485,40 euro al mese che verrà versato per un massimo di 18 mesi e potrà essere rinnovato non prima di 6 mesi: in questo caso, la durata scenderà a 12 mesi. Il beneficio economico verrà versato tramite una Carta di pagamento elettronica, la Carta Rei.
Il Rei potrà essere richiesto da cittadini italiani e comunitari, familiari di cittadini italiani o comunitari, non aventi la cittadinanza in uno Stato membro, titolari del diritto di soggiorno o diritto di soggiorno permanente, i cittadini stranieri in possesso del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo e i titolari di protezione internazionale (asilo politico, protezione sussidiaria), che siano residenti in Italia da almeno due anni al momento della presentazione della domanda.
Per sapere come richiedere il reddito di cittadinanza basta rivolgersi al Comune di residenza a cui spetterà il controllo dei requisiti di cittadinanza e residenza e l’invio, entro 10 giorni lavorativi dalla ricezione, all’Inps del modulo di richiesta. A quel punto potranno passare al massimo 5 giorni per il controllo dell’Inps e il rilascio del beneficio. Si potrà inoltrare la richiesta presentando una dichiarazione a fini ISEE precompilata.
Le tempistiche su quando fare la domanda per il reddito di inclusione 2018 sono state chiarite con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Si potrà fare domanda se si hanno i requisiti per il Rei dal 1° dicembre 2017, rivolgendosi agli uffici comunali predisposti.
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