Referendum 2020: taglio dei parlamentari, le ragioni del Sì e del No

Fra il continuo aumento del numero di tamponi positivi e la querelle sul rientro a scuola di settembre sta passando completamente in sordina il Referendum 2020 che lascia agli italiani la scelta del Sì oppure del No sul taglio dei parlamentari.

Il Referendum è confermativo, ciò significa che:

  • con il Sì gli italiani accettano il taglio dei parlamentari
  • il No invece prevede l’abrogazione della legge

Le date scelte per il voto sono quelle di domenica 20 settembre 2020 dalle ore 7:00 alle ore 23:00 e lunedì 21 settembre 2020 dalle ore 7:00 alle ore 15:00. Se dovesse passare il Sì: i seggi della Camera passerebbero da 630 a 400 mentre quelli del Senato da 315 a 200. Sebbene sia un’iniziativa partita dal Movimento 5 Stelle, l’adesione alla raccolta firme è stata condivisa anche dai partiti dell’opposizione. A differenza di molti Referendum ai quali abbiamo partecipato in passato questo non ha bisogno di un quorum da raggiungere e quindi non c’è bisogno di una soglia minima di partecipanti per determinare l’efficacia del voto. Si tratta quindi di una partita “secca” che si basa semplicemente sul numero più alto di Sì oppure di No. È proprio per questo motivo che quello di settembre è un voto importante per il futuro degli italiani, soprattutto perché si va a toccare la nostra Costituzione.

Il quesito del Referendum 2020 sul taglio dei parlamentari

Il quesito al quale tutti gli italiani maggiorenni aventi diritto dovranno rispondere sarà il seguente:

Approvate il testo della legge costituzionale concernente modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – Serie generale – n. 240 del 12 ottobre 2019?

Cosa rispondere al quesito di settembre? La scelta, come sempre, è personale e non dipende dal colore o ideale di chi ha proposto il Referendum ma dal nostro volere:

  • , lo si approva e avviene il taglio del numero dei parlamentari italiani
  • NO, la legge viene abrogata e il numero rimane quello attuale

Lo Stato, e di conseguenza noi cittadini, spende ogni anno circa 230mila euro per ciascun parlamentare. Questo significa che tagliando il numero complessivo dei parlamentari lo Stato, fra Palazzo Madama e Montecitorio, risparmierebbe poco meno di 80 milioni di euro l’anno.

Sembrerebbe una scelta vantaggiosa il Sì per le casse del nostro Paese, perché allora si dovrebbe votare per il No?

Diversi esponenti di destra e di sinistra (sia della Camera che del Senato) fanno presente che al momento ci sono altre priorità rispetto alla Riforma della Legge elettorale e – soprattutto – che riducendo il numero dei rappresentanti al Governo molte minoranze non avrebbero più degli esponenti a rappresentarle in Parlamento, nonché alle numerose modifiche normative che si renderebbero necessarie al fine di dare attuazione all’entrata in vigore della legge costituzionale sul taglio dei parlamentari.

Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari

  1. All’articolo 56 della Costituzione sono apportate le seguenti modificazioni:
    a) al secondo comma, la parola: « seicentotrenta » è sostituita dalla seguente: « quattrocento » e la parola: « dodici » è sostituita dalla seguente: « otto »;
    b) al quarto comma, la parola: « seicentodiciotto » è sostituita dalla seguente: « trecentonovantadue ».
  2. All’articolo 57 della Costituzione sono apportate le seguenti modificazioni:
    a) al secondo comma, la parola: « trecentoquindici » è sostituita dalla seguente: « duecento » e la parola: « sei » è sostituita dalla seguente: « quattro »;
    b) al terzo comma, dopo la parola: « Regione » sono inserite le seguenti: « o Provincia autonoma » e la parola: « sette » è sostituita dalla seguente: « tre »;
    c) il quarto comma è sostituito dal seguente: « La ripartizione dei seggi tra le Regioni o le Province autonome, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, si effettua in proporzione alla loro popolazione, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti ».
  3. All’articolo 59 della Costituzione, il secondo comma è sostituito dal seguente: « Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque ».

Le disposizioni di cui agli articoli 56 e 57 della Costituzione, come modificati dagli articoli 1 e 2 della presente legge costituzionale, si applicano a decorrere dalla data del primo scioglimento o della prima cessazione delle Camere successiva alla data di entrata in vigore della presente legge costituzionale e comunque non prima che siano decorsi sessanta giorni dalla predetta data di entrata in vigore.
(FONTE: Senato.it)

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