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Torniamo ad occuparci dell’abolizione del CNEL in caso di vittoria del Sì al Referendum Costituzionale: NanoPress ha raccolto il parere di un impiegato del CNEL. Giorgio Ghenzi, dipendente del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro da quasi trent’anni, ha raccontato di come l’istituto sia sempre stato osteggiato dal Parlamento. E che la storia che lo si vuole sopprimere per risparmiare ai cittadini dei costi pubblici non è altro che una scusa del governo per liberarsene una volta per tutte.
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Ghenzi non accetta il fatto che il CNEL sia diventato il simbolo degli sprechi: “Noi dipendenti guadagniamo sui 1300 euro al mese. Sapete quanto costano la Camera e il Senato?”. “In tutti i Paesi del mondo – continua – i comitati economici e sociali hanno una rilevanza istituzionale molto alta, solo qui in Italia no. Perché? Quando qualcuno ha fatto capire alla politica che eravamo la terza camera, non hanno gradito e non ci hanno fatto fare mai niente”.
Insomma, secondo l’impiegato, “il Parlamento non ha mai voluto il CNEL”.
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L’attacco definitivo al CNEL arriva dal presidente del Consiglio: “Renzi è quasi riuscito a chiudere il CNEL – accusa Ghenzi – a meno che la gente non vada a votare No al referendum. Per quanto mi riguarda, io andrò a votare No”. Non per conservare il posto di lavoro, assicura: lui, così come gli altri impiegati, non verrà infatti licenziato ma trasferito presso altri enti pubblici. Lo Stato non risparmierà dunque sul costo del personale.
Così come Villa Lubin, la prestigiosa sede di Villa Borghese, resterà sul groppone dei contribuenti: “Questa bella sede fa gola a tanti grossi enti pubblici. Resterà a spese dello Stato. Mica la si può buttare giù o farla saltare in aria”.
Poi un attacco diretto al premier: “Penso che Renzi stia vendendo fumo agli italiani – conclude Ghenzi – e come dipendente, ma anche come cittadino, trovo inaccettabile questo attacco nei confronti del CNEL”.
Ma è vero che ormai è un carrozzone inutile? Serve o no all’Italia? La risposta di Ghenzi è lapidaria: “In questo momento il CNEL non c’è, non stiamo facendo nulla e stiamo fermi aspettando questo benedetto referendum…”