Non sembra raffreddarsi lo scontro all’interno del Pd: Pierluigi Bersani, ospite della puntata di martedì 8 novembre di Politics, il programma di Gianluca Semprini in onda su Rai 3, torna a commentare il discorso di Renzi alla Leopolda e i cori ‘Fuori, fuori’ rivolti alla minoranza dem. Bersani ripete già quanto detto a Palermo ed esprime ancora tutta la sua grande amarezza per l’accaduto, aggiungendo però che non si aspetta delle scuse tardive da parte del Presidente del Consiglio. “Se a Renzi non è venuto subito di chiedere scusa è inutile chiederle. Mi hanno colpito di più i sorrisini visti lì e il silenzio di tanti”, dice. “Capisco le tifoserie e la Leopolda è sempre stata fatta così. Io sono lì a dire ‘dentro, dentro’, ma se c’è un segretario che dice ‘fuori, fuori’ dobbiamo porci un certo problema. Non credo che sia stato Renzi il mandante ma il clima è quello lì”.
Bersani ribadisce di nuovo l’errore di Renzi nell’aver personalizzato e legato le sorti del governo al referendum. “Che vinca il Sì o vinca il No l’Italia perde, perché è stato sbagliato il percorso. Per quello che riguarda me, non succederà niente. E non succederà niente nemmeno al governo, perché il governo non c’entra e non c’entra neanche il congresso del Pd. Renzi dica: questo è un referendum, non c’entra con il governo“.
Riferendosi alla bozza di modifica dell’Italicum proposta da Renzi, conferma di nuovo di non volerla
accettare per il rischio che l’incrocio tra la legge elettorale e il referendum crei un “governo del capo”. “Non è questione di fiducia in Renzi – sottolinea -. Un partito che ha messo la fiducia sull’Italicum, che ha buttato fuori dalla commissione me e altri, pensa di risolvere” la questione della legge elettorale, “con un foglietto? Quel foglio vuol dire solo due cose. La prima: mi tengo mani libere. La seconda: state sereni”.