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Referendum costituzionale, lo sport tra sì, no e indecisi


Domenica 4 dicembre si vota per il referendum costituzionale. Da tempo, ormai, va avanti la campagna per il sì e per il no. I vip hanno avuto modo anche loro di esprimere la loro preferenza. Il mondo dello sport si è diviso tra chi convintamente metterà la croce sulla risposta affermativa del quesito referendario e tra chi invece non vuole approvare la riforma. Ma tanti sono pure quelli che sono tuttora indecisi, a meno di 48 ore dall’apertura delle urne. Vediamo chi si è espresso e come.

Marcello Lippi

L’ex ct campione del mondo con l’Italia nel 2006 Marcello Lippi, attualmente in Cina come commissario tecnico della Nazionale asiatica, si è esposto in prima persona con tanto di fotografia. “Innovare o conservare? In questo caso, finalmente…innovare! Io voterò sì“.

Gigi Buffon

Pure Gigi Buffon, capitano della Juventus e della Nazionale di calcio, si è schierato dalla parte di chi domenica voterà Sì al referendum. Il portierone è stato esplicito, inserendo pure un video online: “Ho dichiarato di essere favorevole alla riforma in quanto è necessario cambiare il sistema che ci ha consegnato fin qui anni e anni di immobilismo e di Governi che non possono o non vogliono governare”.

Alex Zanardi

Il grandissimo sportivo Alex Zanardi, recentemente plurimedagliato alle Paralimpiadi, è pure lui per il sì e per le riforme. E ha superato con classe anche la battuta mal riuscita del sindaco di Suvereto: “Zanardi è per il sì? Lo facevo più in gamba”. “Voterò Sì convinto, ma sono uno di 50 milioni. Perché votare è un diritto, ma rispettare chi la pensa diversamente sarebbe un dovere”.

Marco Tardelli

L’ex campione del mondo del 1982, Marco Tardelli, diventato famoso in tutto il mondo per il suo urlo dopo uno dei tre gol della finale tra Italia e Germania, si schiera per il Sì al referendum costituzionale. “Farà bene all’Italia e sicuramente consentirà di far cambiare qualcosa nel nostro Paese”. Scherza, l’ex centrocampista: “Se farei lo stesso urlo del Mondiale dovesse vincere il Sì? Sì, assolutamente”. Ma cosa potrebbe cambiare con la vittoria del Sì? “Non cambierà l’Italia totalmente, ma ci darà una mano. Spero che si lavori per i cittadini, non per le poltrone”.

Giovanni Malagò

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, si schiera dalla parte di Matteo Renzi e del Governo: “La mia posizione sul referendum? Non ho mai manifestato il mio voto, ma il mondo dello sport deve dare fiducia al governo per quanto fatto negli ultimi anni”. Quindi? “C’è un dato di fatto inequivocabile. Oggettivamente, nessuno può negarlo, neanche gli oppositori. Il Governo ha rispettato gli impegni, ci ha dato credito e fiducia. E c’è anche un elemento in più, la dotazione straordinaria per il fondo Sport e Periferie. Di tutto questo il mondo dello sport è molto grato e bisogna tenerne atto: è giusto dare fiducia a chi ha avuto fiducia in noi“.

Fulvio Collovati

Anche Fulvio Collovati è uno dei giocatori della splendida spedizione di Enzo Bearzot ai Mondiali del 1982 in Spagna. Se lì aveva dovuto rispettare la consegna del silenzio stampa, per il referendum di domenica scende in campo in prima persona a favore del . C’è anche chi lo critica tra gli ex compagni di allora, ma Collovati sta dalla parte di Tardelli anche questa volta. Nel 1982 gli guardava le spalle, oggi invita gli italiani indecisi ad andare a votare Sì prendendo esempio anche dagli sportivi.

Arrigo Sacchi

Arrigo Sacchi, il profeta di Fusignano, è dalla parte del Sì al prossimo referendum. “Perché voto Sì? Perché voglio bene all’Italia. Credo che sia una cosa necessaria e che una Costituzione, dopo 70 anni, vada aggiornata. Renzi deve restare? Secondo me sì. Berlusconi ha detto che è l’unico leader possibile? Sono d’accordo con lui. Abbiamo sempre detto che le cose andavano cambiate, adesso c’è uno che le vuole cambiare e gli altri non lo permettono: a questo punto, non dobbiamo lamentarci mai più”. Berlusconi voterà No: “Mi meraviglio. E’ sempre stato un innovatore e lo vedo in compagnia di altri che non sono assolutamente degli innovatori. Fra l’altro, sono suoi nemici veri e propri”.

Valentina Vezzali

Valentina Vezzali, che dopo lo sport è passata alla politica (oggi è deputata), voterà Sì domenica alle urne. “Sono per guardare avanti e al futuro dei nostri figli. Credo che la nostra Italia abbia bisogno di evolvere e di avere Governi stabili, di fare leggi in tempi rapidi e certi, di dare la possibilità al Parlamento di lavorare con la sua funzione legislativa senza andare avanti a Decreti Legge, a Maxi-emendamenti e a Fiducie. Inoltre, è importante che il popolo torni ad avvicinarsi alla politica e, se vince il Sì, si può tornare a dar voce ai cittadini, con le leggi di Iniziativa Popolare. Per i referendum abrogativi, sarebbero richieste più firme, ma poi vi sarebbe un quorum più basso”.

Antonio Rossi

L’ex campione della canoa Antonio Rossi, oggi nel mondo politico come assessore lombardo allo Sport, è uno degli ex sportivi che voterà No al referendum costituzionale. “Con la riforma della Costituzione, l’eccellenza lombarda nello sport rischia di essere cancellata. Votare No vuol dire difendere lo sport di base e permettere alla Regione di implementare gli investimenti sugli impianti”. E ancora: “Con il Sì, si modificherebbe l’articolo 117 della Costituzione e l’ordinamento sportivo, da materia concorrente, diventerebbe materia di competenza esclusiva dello Stato”.

Francesco Moser

Ex ciclista professionista e recordman dell’ora, Francesco Moser voterà No domenica al referendum per la modifica della Costituzione italiana. “Questa riforma è tutta un pasticcio, è un caos. Se avessero proposto l’abolizione del Senato, ma l’abolizione totale, allora avrei votato Sì non una, ma due, tre, quattro volte, con la mano destra e con quella sinistra”. Pure Moser, appesa la bicicletta al chiodo, è entrato per un periodo nell’agone politico.

Dino Zoff

Il portierone di Enzo Bearzot, Dino Zoff, campione del mondo con l’Italia nel 1982, non ha voluto dichiarare cosa voterà domenica quando si apriranno le urne per il referendum costituzionale. L’ex capitano azzurro, che ha giocato con la Juventus fino a 40 anni, del resto non è mai stato un uomo di molte parole, da friulano doc. Tante le esperienze di Zoff dopo il calcio giocato, tra cui quella da allenatore e poi pure la presidenza della Lazio.

Beppe Bergomi

Dicono che saranno gli indecisi a decidere l’esito del voto referendario. Uno di questi è Beppe Bergomi, giovanissimo campione con l’Italia nel 1982 e poi colonna portante della difesa dell’Inter. Oggi commentatore sportivo per Sky Sport, lo ‘Zio’ non ha ancora le idee chiare e probabilmente sceglierà se mettere la crocetta sul Sì o sul No soltanto una volta entrato nella cabina elettorale.

Francesco Graziani

Negli anni ’70, in coppia con Paolino Pulici, Ciccio Graziani ha fatto le fortune del Torino di Radice. Poi ha vinto ancora con la Roma, dopo l’esperienza con la Fiorentina. Presente pure lui ai Mondiali del 1982, oggi preferisce non rispondere cosa voterà al referendum. Volto noto anche per il reality tv alla guida del Cervia, Francesco pare comunque aver preso una decisione. Solo che non vuole comunicarla.

Claudio Gentile

Come Graziani, pure Claudio Gentile preferisce non sbandierare urbi et orbi il suo voto di domenica. Terzino arcigno con la Juventus e con l’Italia, Gentile ha poi intrapreso la carriera di allenatore. Con risultati altalenanti. Recentemente, ha vinto il premio Fair Play alla carriera, consegnatogli dal Panathlon. Ma in un’intervista ha pure parlato di come sia stata la Figc di Guido Rossi a bruciargli la carriera da tecnico federale.

Bruno Conti

Sulla fascia era incontenibile, la sua zazzera faceva avanti e indietro e sfornava cross a volontà. Bruno Conti era il ‘brasiliano’ d’Italia. Con la Roma ha vinto uno storico tricolore, con l’Italia è salito in cima al mondo. Per quanto riguarda, invece, il quesito referendario si mostra ancora indeciso. Non è convinto né del Sì, né del No. Solo l’urna carpirà il segreto del suo voto.

Paolo Rossi

Le combinazioni con Bruno Conti lo hanno portato spesso in gol in quei Mondiali del 1982. Paolo Rossi è così diventato ‘Pablito’, capocannoniere della rassegna iridata con sei reti. Come Conti, pure l’ex attaccante e ora commentatore televisivo non sa cosa voterà al referendum. A conferma che il quesito non è di facile interpretazione. E che pure nel mondo dello sport c’è un po’ di confusione su cosa accadrà dopo.

Gabriele Oriali

Una vita da mediano, sempre a recuperar palloni. Gabriele Oriali da giocatore era questo. Poi ha vissuto esperienze nell’Inter e in Nazionale, dove è tornato con Giampiero Ventura commissario tecnico. Lele preferisce non rispondere alla domanda: “Cosa voterà domenica al referendum?”. Meglio stare coperti, non sbilanciarsi davanti al mondo. Silenzio stampa, proprio come nel lontano 1982.

Antonio Cabrini

Il ‘Bell’Antonio’ è stato uno dei primi terzini goleador dell’Italia. Ha vissuto annate fantastiche con la maglia della Juventus, esordendo molto giovane in azzurro. Il successore di Giacinto Facchetti, non solo era in grado di fare tutta la fascia, ma trovava facilmente anche la via del gol, in particolare su calcio di punizione. Oggi fa parte dell’Italia dei Valori, ma non intende dichiarare cosa voterà al referendum.

Alessandro Pignatelli

Alessandro Pignatelli è stato collaboratore di Nanopress dal 2016 al 2018, occupandosi principalmente di cronaca e sport.

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