“Le prospettive per ulteriori riforme dipenderanno in parte dal risultato del referendum costituzionale”, questo il giudizio dell’agenzia di rating Moody’s espresso nella relazione sull’Italia Government of Italy – Baa2 Stable – Annual Credit Analysis.
Sempre in questa relazione l’outlook del nostro Paese viene giudicato stabile grazie ai “piani del governo di affrontare le sfide strutturali tramite ulteriori riforme strutturali” e a un’economia “ampia e diversificata” ma che deve fare i conti in primis con un elevato debito pubblico che blocca l’inversione di tendenza al rialzo del rating. Secondo le previsioni di Moody’s il debito nel 2016-2017 raggiungerà il 133% e inizierà a scendere lentamente solo nel 2018.
Un’altra debolezza dell’Italia rilevata dall’agenzia di rating è il “basso potenziale di crescita del PIL”. “L’attività in Italia – prosegue la relazione – resta costretta dagli ostacoli amministrativi e dai costi del lavoro che sono saliti più velocemente della produttività” e questo porta conseguenze per quanto riguarda i profitti e gli investimenti che rimangono bassi. Le stesse banche italiane sono giudicate “un’altra fonte di rischio di credito”.
Al contrario vengono indicati come punti di forza dell’Italia il basso debito privato e la capacità del governo di ottenere surplus primari di bilancio.
Il rialzo o meno del rating dell’Italia dipenderà quindi dall’attuazione o non attuazione delle riforme strutturali, a partire da quella della Costituzione e del processo legislativo nazionale, oltre che di quelle economiche e di quelle del mercato del lavoro, tutte riforme che rafforzeranno le prospettive di crescita. La vittoria del Sì potrebbe quindi secondo Moody’s dare una spinta all’economia del nostro Paese.