Continua la campagna elettorale per il referendum costituzionale di Matteo Renzi, questa volta ai microfoni di Radio Rtl 102.5: pur convinto del successo del Sì, nel caso di possibile vittoria del No il premier si è detto non disponibile a un governo tecnico o di scopo. “O si cambia o se vogliono galleggiare ne trovano altri, si resta con i soliti. Ma se qualcuno vuole fare strani pasticci il giorno dopo li fa senza di me. Se i cittadini dicono di No e vogliono un sistema che è quello decrepito che non funziona, io non posso essere quello che si mette d’accordo con gli altri partiti per fare un governo di scopo o un governicchio. Il governo tecnico l’abbiamo avuto più volte e sono salite le tasse”.
“Io – ha ribadito – non sono disposto a stare ai giochini della vecchia politica. Io non ce la faccio a restare abbarbicato a una poltrona con il gusto di mantenere la poltrona. Io sto qui se posso cambiare le cose“.
Renzi si è detto convinto che dopo il referendum non ci sarà bisogno di scegliere tra un governo tecnico, la permanenza alla segreteria del Pd e l’elezioni politiche – molti infatti secondo il premier gli indecisi (oltre il 37%) che voteranno Sì. Anzi non cambierà propria nulla, la situazione politica rimarrà sempre la stessa: “Se il 5 dicembre ci svegliamo con il No, non c’è l’invasione delle cavallette o l’Armageddon. Non succede nulla, rimane tutto come adesso – rassicura Renzi -, ci troviamo con i mega rimborsi regionali, e uno dei Parlamenti più numerosi della storia. Gli italiani non si devono far fregare dai politici, che cercano un pretesto per conservare i privilegi che hanno sempre avuto. Stanno cercando tanti pretesti per difendere i loro privilegi”.
Indipendentemente dal risultato del referendum costituzionale la legge elettorale si cambierà comunque, ha sottolineato il premier: “Ormai mi sembra evidente che si fa comunque la legge elettorale nuova, in ogni caso. Non ci vedo niente di male nell’Italicum perché il ballottaggio mi sembra la cosa più giusta. In Parlamento uno vuole una cosa, uno l’altra, uno le preferenze, uno i collegi che sono una cosa meravigliosa. Ma sia che vinca il Sì, sia che vinca il No la legge va cambiata. Ormai è chiaro. E questo elimina anche il problema del combinato disposto con il referendum”.
Renzi ha chiesto poi un confronto politico faccia a faccia con Berlusconi e Grillo, i due maggiori rappresentanti del fronte del No: “A quindici giorni dal voto, ribadisco che mi piacerebbe fare un confronto civile con Silvio Berlusconi e un confronto con Beppe Grillo, che sono i capi dei due partiti principali, insieme a quello che io rappresento. Possiamo farlo in radio, in tv: il problema non è dove farlo ma se accettano, ma mi piacerebbe un confronto civile, pacato”. “Grillo dice che vuole che io mi confronti con uno più giovane: sono disposto a farlo con il figlio di Casaleggio”, ha aggiunto.
Nell’intervista a Rtl 102.5 non manca però di rivolgere critiche al Cavaliere – “Adesso c’è una riforma che anche gli elettori di Berlusconi, molti di quelli che in passato hanno votato Forza Italia, non possono non votare e fanno fatica a motivare un No che è dettato da antipatia per il governo in carica. Anche Berlusconi è d’accordo con la riforma ma poi ha tolto il sostegno dopo l’elezione di Mattarella” – ed anche a Pier Luigi Bersani – “Ho molto rispetto per Bersani, ma non capisco le sue metafore. Non gliela faccio. Quella del tacchino sul tetto, non l’ho ancora capita. Ora la mucca nel corridoio. Questa analisi zoologica di Bersani è interessantissima ma io sono limitato e non riesco a capire. Capisco che ha votato tre volte la riforma, invece. E adesso vota no. Evidentemente la mucca o qualche altro animale deve avergli suggerito di cambiare posizione…”.