Il ricorso contro il referendum costituzionale del 4 dicembre è inammissibile per difetto di giurisdizione. Lo stabilisce il Tar del Lazio con la sentenza 10445 del 20 ottobre. Che cosa significa in pratica? Che chi ha presentato il ricorso al Tar ha sbagliato e di grosso, dal momento che la questione sarebbe dovuta finire sul tavolo di un giudice ordinario.
Il ricorso era stato presentato da Loredana De Petris (Sinistra italiana) e Vito Crimi (M5S) e dagli avvocati Giuseppe Bozzi e Vincenzo Palumbo, i quali contestavano la formulazione del quesito referendario che gli italiani troveranno sulla scheda il 4 dicembre prossimo.
“Considerata l’urgenza di dare una risposta definitiva alla questione, il Tar – riferisce una nota dei giudici amministrativi – non si è limitato alla richiesta cautelare e ha definito il merito della controversia, dichiarando l’inammissibilità del ricorso per difetto assoluto di giurisdizione”.
I giudici amministrativi del Tar del Lazio mettono le mani avanti, con una nota, contro chiunque li accusi di parteggiare per Renzi e il SI al referendum costituzionale: “Sia le ordinanze dell’Ufficio Centrale per il Referendum sia il decreto presidenziale – nella parte in cui recepisce il quesito – sono espressione di un ruolo di garanzia, nella prospettiva della tutela generale dell’ordinamento, e si caratterizzano per la loro assoluta neutralità, che li sottrae al sindacato giurisdizionale”.
Caso chiuso dunque? Forse no: chi fin da subito si è opposto al referendum costituzionale valuta un ricorso al Consiglio di Stato. Inoltre alla decisione del Tar del Lazio non potevano non seguire le critiche, anche aspre, di chi fin da subito ha contestato il merito e il modo in cui è stato gestito il referendum.
Vito Crimi del Movimento 5 Stelle: “Il problema rimane, il quesito è ingannevole e il governo è stato truffaldino e arrogante. Valuteremo nel merito con gli avvocati se intraprendere ulteriori azioni. Non ci fermeremo”.
Carlo Rienzi del Codacons fa sapere che adesso “la battaglia sul referendum si sposta in Corte di Cassazione” e che la sua associazione valuterà “se proporre anche appello al Consiglio di Stato”.
Rienzi aggiunge poi una frecciatina all’organo giudiziario: “In questa materia elettorale e referendaria è sempre difficile trovare un giudice che si assuma l’onere di contestare l’operato del governo, specie ora che è in atto un nuovo scontro tra magistratura e governo”.