L’8 novembre, dai microfoni di Lady Radio, Matteo Salvini ha lanciato un invito agli altri sostenitori come lui del No al prossimo referendum costituzionale.
“Tutti coloro che hanno un’idea d’Italia diversa rispetto a quella di Renzi sono invitati, anche D’Alema e Grillo: la nostra piazza è aperta” ha dichiarato nell’intervista radiofonica durante il gr del mattino il segretario della Lega Nord riferendosi alla manifestazione del prossimo sabato 12 novembre in Santa Croce a Firenze a sostegno del No.
La presenza in piazza con la Lega in quell’occasione però sarà imprescindibile per aprire un dialogo col partito: “Chi sabato è in piazza con noi – ci sarà Giovanni Toti, Giorgia Meloni, centinaia di sindaci – comincia un percorso con noi, chi non c’è e sta a casa, perché la Lega e Salvini…, se bussa alla porta trova chiuso” avverte Salvini. “Troppo comodo tenere il piede in sei scarpe diverse, vedendo come va il referendum, poi magari facciamo un pezzo di governo con Renzi”, conclude.
Il primo a rispondere a questo invito è stato Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera che a nome del M5S ha dichiarato in modo perentorio: “No alle accozzaglie fra sigle e capi di partito”, si’ invece a “un fronte popolare” fra le persone che andranno a votare No al referendum costituzionale. Per Di Maio infatti “i fronti popolari li fa il popolo italiano. Noi siamo l’unica forza politica che sempre ha detto no a questa riforma e la campagna referendaria la facciamo come M5S”.
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