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Referendum, Grillo denuncerà Renzi per ‘abuso della credulità popolare’


A pochi giorni dal referendum costituzionale lo scontro politico si fa rovente con Beppe Grillo che annuncia di voler denunciare Matteo Renzi. Per quale reato? Secondo il leader dei 5 Stelle, il premier sarebbe colpevole del reato di abuso della credibilità popolare, in merito alla falsa scheda elettorale del Senato mostrata in diretta Facebook.
A scatenare l’ira di Grillo è stata la rubrica “Matteo risponde” che il premier cura sul social network, in diretta, per rispondere alle domande dei cittadini. Renzi, a un certo punto, ha mostrato una scheda elettorale del nuovo Senato per rassicurare i cittadini che i senatori, se la riforma costituzionale venisse approvata, sarebbero eletti e non nominati: “Si vota, c’è la legge elettorale, non c’è trucco e non c’è inganno. I senatori però conteranno meno di prima”. Qual è il problema? È che la scheda era un facsimile in quanto, al momento, il fatto che i cittadini potranno eleggere i senatori è solo su carta: dovrà prima essere approvata la legge elettorale per il nuovo Senato. Insomma, in teoria sarà così, in pratica non è ancora ufficiale. Renzi, inoltre, per Grillo sarebbe reo di non aver mostrato una scheda con la scritta facsimile, facendola apparire come reale. Da qui, secondo il guru pentastellato, il reato di abuso della credibilità popolare.

Cosa prevede il reato di abuso della credibilità popolare
Tale reato è sancito dall’articolo 661 del codice penale: “Chiunque, pubblicamente, cerca con qualsiasi impostura, anche gratuitamente, di abusare della credulità popolare è soggetto, se dal fatto può derivare un turbamento dell’ordine pubblico, alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 5.000 a euro 15.000”. L’articolo è stato modificato con decorrenza dal 6 febbraio 2016: “Se dal fatto può derivare un turbamento dell’ordine pubblico”, il reato è punito “con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 1.032”.

L’attacco di Grillo sul blog
Assurdo pensare a un Renzi multato o addirittura arrestato, ma Grillo è agguerrito e ha annunciato la denuncia sul blog: “Lo denunceremo per il reato di abuso della credulità popolare”. La scheda mostrata sul web, ruggisce, “non esiste: è un falso. Non c’è neppure scritto ‘facsimile’ proprio perché non esiste un documento originale, ma viene spacciata come vera. Se non esiste nessuna legge elettorale per i senatori e la sua riforma dice che saranno votati dai consigli regionali, come può esistere una scheda per il Senato?”. E ancora: “Renzi ha portato la bugia a un altro livello, l’ha istituzionalizzata. Non è più possibile distinguere il falso dal vero quando il presidente del consiglio dei ministri stampa e mostra a tutti un documento senza alcuna validità spacciandolo come ufficiale”.

Cosa ha detto Renzi mostrando la scheda elettorale del Senato?
Abbiamo visto la parte della diretta incriminata: Renzi, in realtà, a voce ha specificato che si trattava di un facsimile: “Questa è la scheda che troverete nella… se passerà… è un facsimile eh, anzi, scriviamoci ‘facsimile’ sennò poi diventa un problema, scriviamoci un bel facsimile sopra che è fondamentale”. Ha quindi incollato sulla scheda un foglio con evidenziato in giallo facsimile (illeggibile, da lontano, a dire il vero) e prima di spiegare la futura elezione dei senatori, ha fatto una premessa: “Se passerà la legge elettorale”.

La replica di Renzi a Grillo
Dopo la pubblicazione del post di Grillo, è arrivata la replica del Presidente del Consiglio: “Dico a Grillo che se vogliono andare in tribunale per denunciarmi, facciano pure. Domani sono a Palermo e la strada per il tribunale la conoscono, perché ultimamente ne hanno chiamato qualcuno. Io, a differenza loro, non mi avvarrò della facoltà di non rispondere. Smontiamo la bufala numero uno, non si toglie il diritto di voto al Senato”.

Poco prima aveva commentato la senatrice del Pd Nicoletta Favero, segretaria della Commissione Lavoro: “A parte che una tale minaccia da parte di chi diffonde abitualmente bufale via web (vedi ciò che ha scritto Buzzfeed) suona quasi comica, la verità è che il leader e i vertici del Movimento Cinque Stelle sono disposti a tutto, anche ad esporsi al ridicolo, pur di cercare di nascondere lo scandalo delle firme false a Palermo, che sta mettendo in crisi molti militanti grillini. Consigliamo a Grillo meno fumo negli occhi e più attenzione alle beghe interne. Si occupi delle firme false, dalla Sicilia a Bologna”.

Francesco Minardi

Francesco Minardi è stata collaboratore di Nanopress dal 2016 al 2018, occupandosi principalmente di cronaca e politica interna ed estera,

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