Il Governo Gentiloni sta pensando a ulteriori modifiche ai voucher in vista del possibile referendum sul Jobs Act. Dopo la tracciabilità, potrebbero arrivare sanzioni più aspre e l’abbassamento del tetto massimo. I buoni sconto da 10 euro lordi, istituiti per retribuire i lavoretti occasionali evitando che rimanessero in nero, con il tempo sono diventati il simbolo di precariato e sfruttamento. Molti datori li utilizzano infatti per mascherare veri e propri rapporti di lavoro e le prestazioni occasionali stanno diventando da eccezione la regola.
A lanciare l’allarme è stato l’Osservatorio dell’Inps che, oltre a certificare il calo di assunzioni a tempo indeterminato, ha confermato il boom dei buoni per il lavoro accessorio: nei primi dieci mesi del 2016 sono stati venduti 121,5 milioni di voucher, con un aumento del 32% rispetto al 2015. Dati che preoccupano il ministero del Lavoro.
L’obbligo di comunicare l’intenzione di usare i voucher
Giuliano Poletti per ora aspetta di capire se i dati tengono conto delle modifiche effettuate sulla tracciabilità. Dal 7 ottobre i datori di lavoro sono infatti tenuti a comunicare all’Ispettorato nazionale del lavoro l’intenzione di utilizzare i voucher entro un’ora dall’inizio della prestazione lavorativa. Prima la comunicazione doveva essere effettuata entro 30 giorni ed è chiaro che in questo modo i datori truffaldini avrebbero potuto utilizzare i voucher a posteriori per giustificare la presenza di lavoratori irregolari solo in caso di controlli. L’imprenditore o il professionista che non comunichi entro un’ora l’inizio del lavoro da ottobre va incontro a sanzioni tra 400 e 2.400 euro.
Possibili altre modifiche ai voucher
“Abbiamo introdotto la tracciabilità e dal prossimo mese vedremo l’effetto. Se è quello di una riduzione della dinamica di aumento e di una messa sotto controllo di questo strumento, bene. Se invece i dati ci diranno che anche questo strumento non è sufficiente a riposizionare correttamente i voucher la cosa che faremo è rimetterci le mani”, ha garantito Poletti. Quali misure avrebbe in mente? La prima è riabbassare il tetto massimo di introiti con voucher a lavoratore da 7mila euro ad almeno 5mila euro. Potrebbero inoltre essere rafforzati i controlli e inasprite le sanzioni contro i datori di lavoro truffaldini.
Poletti e il governo restano comunque in attesa dell’11 gennaio, quando la Consulta dovrebbe giudicare ammissibili i tre quesiti e dare il via al referendum sul Jobs Act per cui la Cgil a luglio ha deposto in Cassazione 3,3 milioni di firme. Due dei tre quesiti referendari riguardano la riforma Poletti: il ripristino dell’articolo 18 e, appunto, la cancellazione dei voucher.
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