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L’intervento di Matteo Renzi alla festa dell’Unità a Catania si chiude con un’apertura da parte del Presidente del Consiglio sull’Italicum. Il numero uno del PD non è stato bene accolto nella città siciliana dove si è svolta un’azione di protesta nei suoi confronti. Molti manifestanti hanno lanciato alcuni fumogeni, pietre e bottiglie e si sono avvicinati al cordone delle forze dell’ordine che li ha bloccati con lacrimogeni e manganellate. La situazione si è risolta in pochi minuti, con alcuni contusi e due ragazzi fermati.
Disponibilità “totale” sull’Italicum ma nessuna resa a chi attraverso “risse continue” e “congressi permanenti” vuole trascinare il Pd “nella guerra del fango” delle correnti. Così Matteo Renzi chiude la festa nazionale dell’Unità a Catania e fissa ‘le regole d’ingaggio’ per i prossimi mesi in vista del referendum costituzionale.
“Siamo pronti a discutere. C’è bisogno che gli altri facciano le loro proposte, noi faremo le nostre”, si limita a dire. Nessuna trattativa vincolante sulla riforma, insomma, perché – sottolinea – “non l’ho scritta per me” ma appartiene “alla storia del Pd”.
Matteo Renzi non dimentica la sfida che gli ha lanciato Massimo D’Alema. “Alcuni leader del passato vorrebbero fregarci il futuro continuando con le divisioni interne, le risse, le polemiche di tutti i giorni. A loro diciamo che questa è la riforma del Pd, come lo era dell’Ulivo e del Pds”, così il Presidente del Consiglio risponde alla ‘dichiarazione di guerra’ dell’ex segretario DS che qualche giorno fa aveva annunciato la fondazione di un comitato nazionale per il No al referendum costituzionale.
Matteo Renzi legge alcuni estratti dal libro di Massimo D’Alema, ‘Un paese normale’. “È un libro che vi consiglio, perché è scritto da Velardi e Cuperlo. Loro scrivono bene, D’Alema ci ha solo messo la firma”, scherza il Presidente del Consiglio. Nel testo si parla di superamento del bicameralismo perfetto, riduzione del numero dei parlamentari, una camera delle regioni: “a me questo sembra un modello di governo più forte, più efficace. Ecco io la penso come Massimo D ‘Alema. Perché questa è la riforma della nostra storia, del nostro passato”, ribadisce.
L’intervento di Renzi non convince la voce della minoranza Pd, Roberto Speranza: “Allo stato delle cose il mio voto al referendum è no. Se dovessero arrivare fatti concreti nelle prossime ore capaci di cambiare l’equilibrio riforma costituzionale-legge elettorale, sarò ben contento di valutarle”. “Ma ad oggi – ha aggiunto – questa è la mia posizione. Mi sarei aspettato qui a Catania maggiore coraggio e sopratutto un tentativo vero di abbassare i toni della polemica. Purtroppo così non è stato”.
Matteo Renzi ne ha per tutti, anche per i 5 Stelle. Giorni fa il Presidente del Consiglio aveva detto di essere dispiaciuto per Virginia Raggi. Alla festa dell’Unità a Catania, il numero 1 del PD chiede ai suoi di non attaccare la sindaca di Roma: nonostante “mesi di prese in giro, sfottò e accuse infamanti”, nonostante le lezioni sulla trasparenza di chi “doveva fare tutto in streaming ma deve aver finito i giga”. “Rispettiamo il voto dei romani, facciamo vedere che siamo diversi”, conclude Renzi.
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