Il referendum su voucher e appalti ha ora una data: si voterà domenica 28 maggio 2017. Lo ha annunciato il Consiglio dei Ministri riunitosi a palazzo Chigi. Il Cdm, si legge in una nota, ha approvato il decreto per l’indizione dei referendum popolari relativi “all’abrogazione di disposizioni limitative della responsabilità solidale in materia di appalti” e ”all’abrogazione di disposizioni sul lavoro accessorio (voucher)”. In un’intervista a Repubblica, la segretaria della CGIL Susanna Camusso aveva aperto alla possibilità di ritirare il referendum sui voucher solo a determinate condizioni, con modifiche nell’emissione e nella destinazione, limitando l’uso dei voucher solo alle famiglie e il loro acquisto solo all’Inps “per retribuire, infine, la prestazione occasionale e accessoria di disoccupati di lunga durata, pensionati e studenti”.
Il primo a commentare la notizia è stato Arturo Scotto, deputato del neonato movimento Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista. “Finalmente il governo ha indicato la data dei referendum sul lavoro promossi dalla Cgil. Il 28 maggio si voterà su voucher e appalti. Adesso è necessario accorpare i referendum con il turno delle amministrative“, scrive su Twitter.
La richiesta di accorpare referendum sui voucher e amministrative arriva anche dal capogruppo alla Camera di MDP, Francesco Laforgia. “Bene aver fissato la data su referendum su voucher e appalti, adesso accorpiamoli alle amministrative, per risparmiare 300 milioni di euro, che di questi tempi non è poco”, ha dichiarato.
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Il referendum è stato fissato dopo le promesse di cambiare la legge arrivate dal governo e le tavole di trattative aperte con i sindacati, CGIL in testa. L’opposizione del sindacato guidato da Susanna Camusso è netta, nonostante lo stesso sindacato li abbia usati per pagare i propri pensionati chiamati a lavori occasionali.
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Nell’intervista concessa alla Repubblica, il segretario è chiaro su questo punto: il referendum non si farà solo se si cambiano le regole secondo quanto chiesto dalla CGIL. “Mi attengo alla legge della Repubblica secondo cui il referendum può essere annullato solo se interviene una legge che colga lo spirito della richiesta del comitato promotore, sia per i voucher sia per la responsabilità solidale delle imprese”, ha ribadito la Camusso.
Eppure, il governo ha aperto a molte richieste pur di evitare il referendum, lavorando a importanti modifiche sui voucher Inps: su molti aspetti però la convergenza sembra ancora lontana e le difficoltà enormi: cedere a tutte le richieste significherebbe smontare l’impianto dei voucher lavoro così come sono stati pensati nel Jobs Act. A questo punto per l’esecutivo (e per il PD renziano) sarebbe meglio andare alle urne e sperare o di non raggiungere il quorum, come spesso accade con i referendum abrogativi, o di vincere il confronto referendario voto su voto.
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