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La Riforma Costituzionale “è soltanto un pezzettino piccolo del grande progetto di riforma necessario per il Paese. Piccolo ma fondamentale. E’ come il ‘pin’ per accendere il telefonino: se non fai quello il telefono non si accende“, ha detto il premier Matteo Renzi intervenendo a Treviso in un incontro con gli imprenditori. Certo il premier ha puntato tutto sulla campagna referendaria per il sì, tanto che il suo partito, il PD, ha ingaggiato addirittura l’esperto americano di Obama, Jim Messina, pagandolo profumatamente per la sua consulenza.
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La campagna d’informazione a favore del Sì al Referendum Costituzionale è iniziata. Per le città (e sui social) vediamo cartelloni con messaggi-domanda, come ad esempio “Vuoi ridurre i costi delle regioni?“, “Vuoi diminuire le poltrone delle politica?“, “Vuoi aumentare la partecipazione dei cittadini?“, “Vuoi maggiore autonomia per le regioni virtuose e un rilancio del sud?“. Sono quesiti a cui tutti, senza distinzione, verrebbe da dire ”si”. Paradossalmente il contenuto della riforma non ha però molto a che vedere con tali domande, che agli occhi dei più maliziosi possono apparire certamente ingannevoli.
Chi sono i protagonistiNel video della campagna i protagonisti sono i giovani, donne e uomini, che si susseguono e che sostengono, mentre di volta in volta sono impegnati nelle più disparate faccende quotidiane, la bontà della scelta di un sì al referendum. I giovani sono affiancati da una signora anziana e con i capelli grigi, che come un tormentone risponde: ‘Se voti no, non cambierà nulla‘. Appare anche il senatore Mauro Del Barba che esclama ‘se voti sì scegli di ridurre le poltrone, anche la mia‘. Inutile dire che sono immediatamente spuntate parodie del video e dello slogan scelto dai sostenitori del voto favorevole.
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A chi si rivolgeProbabilmente il filmato, come tutta la campagna, è destinato a quella percentuale di italiani indecisi che ancora non sa se votare no o si, dato che i sostenitori del no sanno già che i cambiamenti tanto enfatizzati da Renzi sono ben poca cosa rispetto alla ‘ristrutturazione’ che occorrerebbe per mettere a posto l’apparato burocratico e amministrativo in Italia.
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Il confronto Guzzetta-Calvi“Sono 23 i tentativi di riforma costituzionale in 37 anni, troppi. Un record in negativo, è ora di provare a cambiare“. Così il coordinatore del Comitato ‘Insìeme Sì Cambia’, Giovanni Guzzetta, nel corso del confronto avvenuto durante la trasmissione ‘Coffee Break’, su La7, con uno dei rappresentanti dello schieramento del No, Guido Calvi.
“Con le norme sottoposte al referendum del prossimo 4 dicembre non c’è alcuna compressione dei diritti. Noi abbiamo infatti un sistema bicamerale paritario, unico al mondo, causa di enormi lentezze e difficoltà“, spiega sempre Guzzetta, secondo cui “la riforma non è un dramma, anzi è un passo in avanti perché fa in modo che i conflitti tra Stato e Regioni non ci siano più“.
Quanto ai rilievi, sollevati da Calvi, che definisce “un mostro istituzionale” il Senato delle Autonomie, a cominciare dalla sua composizione, Guzzetta risponde: “Non penso proprio che il problema dei parlamentari – sia di quelli nazionali, che di quelli regionali che faranno parte del nuovo Senato – sia e sarà il superlavoro“.
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