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Faccio l’avvocato da vent’anni e mi sono sentito chiedere davvero tante volte, in cause di separazione o di diritto del lavoro, se era possibile registrare una conversazione. “Avvocato mi ha detto delle cose terribili, se solo avessi potuto registrare le avremmo potute usare nel processo e sicuramente avremmo vinto questa causa“, mi hanno detto moltissime persone. La risposta c’è ed è certa. C’è una recentissima sentenza del giugno 2016 della Corte di Cassazione che ha stabilito molto chiaramente che se noi assistiamo a una conversazione possiamo anche registrarla. Sia che si tratti di un caso di famiglia sia che si tratti di diritto del lavoro o di altre situazioni, tutte le volte in cui noi siamo presenti a una conversazione con una o più persone possiamo registrare.
Nessuno rischio per la privacy: chi parla con noi, soprattutto ora grazie alle nuove tecnologie dei cellulari, sa che c’è il rischio di poter essere registrato. La vera discriminante è la vostra presenza al momento della conversazione. Se non siete presenti, non potete mettere un registratore in una stanza perché in quel caso c’è violazione della privacy, violazione che non c’è se voi ci siete. In questo caso, le cose che vengono dette non sono segrete e soprattutto possono essere usate in tribunale come prove. Quindi, tenete in considerazione che tutte le volte che vi trovate in difficoltà, con i cellulari di oggi potete registrare conversazioni che possono aiutarvi a esercitare un vostro diritto.
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