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Mondo

Regno Unito, 200 bambini guariti dall’epatite C. Sarà il primo paese al mondo a debellare la malattia

L’Organizzazione mondiale della Sanità aveva fissato come obiettivo l’eliminazione della malattia entro il 2030 a livello globale. Il Regno Unito potrebbe raggiungere il target con 5 anni di anticipo.

L’ingresso di una struttura ospedaliera del Regno Unito – Nanopress.it

La cura attraverso un trattamento con gli antivirali. Nel mondo, però, il farmaco ha ancora un costo proibitivo per molte popolazioni.

Epatite C, curati 200 bambini nel Regno Unito

Ben presto l’epatite C sarà solo un lontano ricordo, di quelli poco piacevoli. Il Regno Unito potrebbe infatti diventare il primo paese al mondo a debellare totalmente la malattia tra la sua popolazione. Secondo gli esperti il traguardo potrebbe essere tagliato già nel 2025. 

Intanto oltre 200 bambini inglesi sono stati curati, guarendo per sempre dal virus che colpisce il fegato. Hanno preso parte a un programma all’avanguardia, primo del suo genere, condotto dal sistema sanitario nazionale britannico che ha l’obiettivo di sconfiggere definitivamente l’infezione. A riportare la notizia in esclusiva è stato per primo il quotidiano inglese The Guardian.

Obiettivo 2030 per l’Oms

L’epatite C, se non trattata, è molto pericolosa e può portare anche all’insorgere del cancro al fegato. Negli ultimi anni la malattia ha destato preoccupazione a livello mondiale, spingendo l’Organizzazione mondiale della Sanità a chiedere a tutti i paesi di eradicarla entro il 2030. Il Regno Unito, con il programma in atto, è in corsa per diventare il primo paese al mondo a raggiungere questo obiettivo e con ben 5 anni di anticipo. 

Il programma ha previsto di individuare e curare ogni singola persona che ne soffre nel paese. Nel 2018 il sistema sanitario ha siglato un accordo da un miliardo di sterline per poter comprare gli antivirali per migliaia di pazienti adulti. Il contrasto alla malattia ha portato i suoi frutti in quanto le morti causate dall’epatite C sono scese drasticamente del 35% grazie a questa strategia. 

Dagli adulti ai bambini

Successivamente il programma di cura è stato esteso anche ai bambini. Il trattamento ha previsto l’assunzione di un antivirale una volta al giorno per 8 o 12 settimane. Due analisi del sangue consecutive hanno poi confermato che il virus non c’era più. I guariti sono stati oltre 200, alcuni bambini erano anche molto piccoli, di appena 3 anni.

Intervistato dal giornale inglese, il direttore del sistema sanitario inglese Stephen Powis ha parlato di “pietra miliare del trattamento che ha potenzialmente salvato la vita a 200 bambini, un traguardo straordinario.” Secondo il dottore, la chiave è stata proprio nella somministrazione precoce della cura, così da impedire complicazioni più gravi. In passato invece i bambini erano curati solo quando avevano raggiunto un’età più adulta ma questo comportava rischi molto alti per la salute.

Il tracciamento essenziale per la lotta al virus

Il traguardo raggiunto è notevole in particolare per due motivi. Il primo è che fino a pochissimo tempo fa non esisteva una cura per l’epatite C. Inoltre il tracciamento dei bambini malati era pressoché impossibile perché non esisteva un programma di screening che ne tenesse il conto. In generale la patologia è difficile da diagnosticare nei giovanissimi. Può essere scoperta se sviluppano i sintomi da adulti oppure se la mamma ne soffriva prima del parto e successivamente ha infettato il neonato con il sangue al momento della nascita.

Il trattamento, purtroppo, ancora oggi non è accessibile a tutti nel mondo a causa dei costi alti. Uno dei sintomi più evidenti della malattia è un danno importante al fegato. Altre volte la malattia è invece asintomatica ma comunque presente. Per diagnosticarla basta sottoporsi al test per l’epatite C.

Diana Sarti

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