Si era arrampicato nel castello di Windsor il 25 dicembre 2021 usando una scala. Aveva una balestra carica con un dardo per “uccidere la regina”.
La sovrana si trovava a Windsor a causa della pandemia. Secondo un decreto, aggredirla è un reato considerato tradimento.
Il Regno Unito ha dichiarato colpevole un uomo per tradimento. Non succedeva da oltre 40 anni. L’ultima volta, infatti, era stato nel 1981. Jaswant Singh Chail, questo il nome del 21enne, si è dichiarato a sua volta colpevole delle pesanti accuse che gli sono state rivolte.
Originario dell’Hampshire, era stato arrestato il giorno di Natale del 2021 dopo essere entrato nel castello di Windsor, dove si era stabilita la regina Elisabetta a causa della pandemia, e armato di balestra aveva detto a un agente della sicurezza di essere lì “per uccidere la sovrana”.
L’uomo ha anche ammesso di aver fatto minacce di morte e di aver avuto l’arma carica nella dimora reale. Per le tre accuse, compreso il tradimento, sarà sentenziato in tribunale il prossimo 31 marzo.
La mattina del 25 dicembre del 2021 un agente della scorta della regina aveva visto l’uomo nell’ala privata di Windsor. Il ragazzo si era intrufolato usando una scala fatta in corda di nylon. Indossava un maschera e cappello quando ha incontrato il vigilante, che dopo aver mostrato il taser, ha raccontato di avergli chiesto il motivo della sua presenza non autorizzata. La risposta è stata che si trovava lì per l’omicidio della regina.
Immediata la reazione dell’agente, che gli ha intimato di gettare l’arma a terra e tenere le mani in vista. Chail a quel punto avrebbe ripetuto la frase “sono qui per uccidere la regina”. Dopo le indagini, si è scoperto che l’arma era carica con un dardo. L’uomo aveva con sé un biglietto scritto a mano che recitava: “Per favore, non toglietemi i vestiti, né scarpe, guanti, maschera ecc. Non voglio l’autopsia né l’imbalsamazione, grazie e scusate”.
Su un social network aveva anche pubblicato un videomessaggio, poco prima dell’incursione, in cui si scusava per quanto fatto. “Proverò a assassinare Elisabetta, regina della famiglia reale. Questa è una vendetta per i morti del massacro di Jallianwala Bagh nel 1919. Si tratta di una vendetta anche per chi è stato ucciso, umiliato o discriminato a causa della propria razza”, le parole di Chail.
Il massacro a cui faceva riferimento era quello avvenuto in India, quando le truppe britanniche aprirono il fuoco su migliaia di persone nella citta di Amritsar.
“Si è trattato di un incidente estremamente serio, ma l’agente di pattuglia ha reagito con grande compostezza e professionalità”, il commento di Richard Smith, comandante di polizia dell’unità antiterrorismo. L’indagine è infatti stata condotta da questa unità, anche se l’uomo non è stato imputato per terrorismo.
Chail si trova attualmente in una clinica ospedaliera. La sua salute mentale è stata considerata come migliorata dopo il trattamento, e quindi l’uomo giudicato idoneo a sostenere il processo.
Secondo un decreto del Parlamento inglese del 1842, è un reato aggredire la regina, detenere un’arma in sua presenza con l’intento di ferirla o spaventarla, oppure per alterare la pace.
Nel 1981 un uomo fu condannato a cinque anni per aver sparato a vuoto alla regina durante la parata del Trooping the Colour. Questa è stata l’ultima volta di una condanna per tradimento, prima di quella di Chail.
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