Le regole del basket, fitte e soggette nel tempo ad alcune sostanziali modifiche sono state varate e racchiuse in un documento ufficiale dalla Fiba, la Federazione internazionale che sovraintende alla pallacanestro mondiale fondata nel 1932. Le prime apparizioni del basket risalgono alla fine del 19esimo secolo negli Stati Uniti d’America, ma solo dopo quasi 40 anni la pallacanestro fu elevata a disciplina vera e propria con l’ingresso nella lista olimpica alla kèrmesse dei cinque cerchi che si tenne a Berlino nel 1936.
Stando al regolamento previsto dalla Fiba, non esente da alcune differenze con quello pensato dall’Nba, la federazione satellite che opera negli Usa, il campo da gioco è di forma rettangolare, largo 15 metri e lungo 28 metri costituito da un parquet in legno sul quale sono disegnati due semicirconferenze la cui distanza dal canestro è stata aumentata da 6,25 metri a 6,75 metri, comunque inferiore a quella vigente nel campionato Usa pari a 7,25 metri. All’interno di ogni semicirconferenza sono posti due rettangoli (come in Nba, prima a forma trapezoidale) aventi una base di 4,8 metri ed è conosciuta anche come “area dei tre secondi” in quanto un giocatore non può stazionare in fase d’attacco in questa porzione di campo per più di 3 secondi, in caso contrario l’arbitro dovrà fischiare un’infrazione. Annessa all’area dei tre secondi, troviamo la semicirconferenza addetta all’esecuzione dei tiri liberi che deve possedere un raggio di 1,8 metri, lunga 3,6 metri e dovrà distare 5,8 metri dalla linea di fondo. Elemento protagonista in un match di basket è il canestro posto ad un’altezza di 3,05 metri e composto da un anello in ferro di 45 cm di diametro al cui interno si trova una retina bianca. La “palla a spicchi” utilizzata nella pallacanestro agonistica è fabbricata con cuoio o pelle ruvida in modo da scongiurare il rischio di perderla facilmente a contatto con la pelle sudata dei giocatori e può arrivare a pesare fino a 753 grammi.
Le formazioni in campo possono contare su 5 giocatori ciascuno specializzato nei diversi ruoli di appartenenza con l’obbligo per ogni cestista di restare relegato in panchina senza avere la possibilità di tornare in campo, qualora gli vengano fischiati 5 falli. La gara consta di 4 tempi da 10 minuti ciascuno (in Nba sono 4 periodi da 12 minuti), ogni squadra può tenere palla, passando dalla fase difensiva a quella offensiva, per non oltre 24 secondi, un countdown necessario a eliminare le perdite di tempo, la melina tra giocatori e dare ritmo e vigore al match; se dopo i quattro tempi, la gara risultasse ancora in parità si procede al “quinto tempo” o tempo supplementare e se anche l’extra-time si rivelasse insufficiente, il direttore di gara farà giocare ad oltranza.
Il sistema punti è molto intuitivo, stilato a seconda della distanza da cui il cestista fa partire il tiro: 1 punto per ogni tiro libero lanciato dall’apposita lunetta, due punti per il tiro classico fatto partire dall’interno dell’area dei tre punti e infine 3 punti, il tiro da tripla per i lanci più temerari scagliati fuori la semicirconferenza distante 6,75 metri dal canestro. Il direttore di gara è chiamato a supervisionare il corretto andamento del match, il rispetto delle regole e fischiare le infrazioni commesse dai giocatori, laddove avvisi falli o comportamenti antisportivi che in linea generale comportano l’immediata interruzione dell’azione con rimessa dal fondo e l’assegnazione dei tiri dalla lunetta, due o tre a seconda della circostanza. I falli più comuni sono quelli da sfondamento in attacco, il fallo tecnico dovuto a vibranti proteste anche da parte del coach, il fallo da espulsione è sanzionato dopo una condotta grave e lesiva nei confronti di altri giocatori e il fallo su tiro ravvisato dall’arbitro quando il difensore ostacola prepotentemente il suo avversario.
I ruoli sono ben delineati e ogni cestista è schierato sul parquet in modo da poter coprire al meglio i vari settori del campo e ottimizzare al massimo le sue caratteristiche tecniche; partendo da presupposto che esistono i “fondamentali“quali palleggio, passaggio, tiro e movimenti difensivi, elementi tecnici radicati nel bagaglio sportivo di ogni cestista, ogni giocatore avrà poi una sua specializzazione. Il play-maker, conosciuto in altri sport come regista, deve essere abile con entrambe le mani, veloce e intuitivo nel leggere la chiave dell’azione in evoluzione; è considerato la mente della squadra, colui che organizza la trama offensiva, rendendo efficaci gli schemi provati in allenamento. Non meno rilevanti sono la guardia tiratrice, il più abile nei tiri da qualsiasi distanza, le due ali, piccola e grande, forti di una mole consistente e di un’altezza ragguardevole rispettivamente e il centro o pivot che racchiude simultaneamente queste ultime due caratteristiche fisiche, un vero e prorio muro insormontabile posto al centro dell’area, addetto a stoppare e rubare palle, ostacolare avversari, dare il là ai compagni; il suo compito è quello di rintuzzare e recuperare, poco votato all’azione offensiva. Godiamoci ora le azioni del basket giocato che esplicano meglio tutte le regole di questo suggestivo sport.
Regole Basket: le triple degli azzurri
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Ecco una compilation di tiri da tre punti realizzati dai cestisti azzurri Massimo Bulleri, Giacomo Galanda, Matteo Soragna e Gianluca Basile contro la Lituania ai campionati europei di basket. I giganti azzurri lanciano la palla oltre la linea dei 6,75 metri.
Regole Basket: schiacciate da Nba
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La schiacciata è una delle prodezze più spettacolari da vedere; indiscusso campione specializzato in questi preziosismi aerei è stata la guardia dei Chicago Bulls Michael “Air” Jordan considerato in Nba uno dei giocatori più forti al mondo. Dopo aver schiacciato, non è raro vedere i cestisti restare appesi per lunghi secondi al ferro del canestro, pratica non apprezzata dagli arbitri.
Regole Basket: l’Alley-oop di Blake Griffin
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L’ala grande dei Los Angeles Lakers Blake Griffin sembra divertirsi nell’eseguire questo alley-oop da manuale; l’azione è avviata da un giocatore che effettuando un passaggio a canestro alto e non tirato, dà il la al compagno invitato a schiacciare la sfera nel cesto.
Regole Basket: il Pick & Roll di Ed Davis
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L’ala grande dei Toronto Raptors Ed Davis ci esplica al meglio i passi e l’evoluzione del Pick & Roll, espediente molto utilizzato che solitamente manda in tilt la difesa avversaria, tratta in inganno dai movimenti del palleggiatore e dal “blocco” creato ad hoc per smarcare un uomo a canestro.
Regole Basket: il non plus ultra della tecnica
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Restiamo senza fiato nell’assistere alle giocate dei giganti Nba, protagonisti di rimbalzi, secondi tempi senza sbafature, tap-in e cavalcate che bruciano gli avversari. Non a caso la National Basketball Association d’oltreoceano è famosa in tutto il mondo per l’impressionante concentrazione di talenti.