Arriva nel giorno del suo compleanno la decisione da parte del tribunale di Sorveglianza di Milano: per Renato Vallanzasca tornano i permessi premio, decisione arrivata dopo l’opposizione dei suoi avvocati alla revoca.
Renato Vallanzasca è uno dei criminali più efferati della storia italiana, protagonista della malavita milanese, attualmente detenuto nel carcere di Bollate condannato a 4 ergastoli e 295 anni di reclusione.
Oggi, 4 maggio, arriva la notizia che il boss della Comasina potrà tornare a usufruire dei permessi premio, come ha decretato il tribunale di sorveglianza dopo il ricordo dei suoi legali.
La nuova decisione del tribunale di sorveglianza di Milano per Renato Vallanzasca arriva oggi, giorno del suo 73esimo compleanno.
Per il boss della Comasina, uno dei criminali più spietati della storia di questo Paese, ritorneranno i permessi premio dal carcere di Bollate.
Questi erano stati sospesi lo scorso febbraio e lo scorso marzo, a causa di un “comportamento anomalo” del detenuto, come riportava proprio la nota del tribunale di sorveglianza all’epoca.
I giudici scrissero di una possibile patologia di Vallanzasca, che non gli permetteva di gestire gli spazi di libertà nel modo opportuno, soprattutto per quanto riguardava il rispetto degli orari.
I legali di Renato Vallanzasca, ovvero Corrado Limentani e Paolo Muzzi, si sono opposti a questa decisione, appellandosi al fatto che sicuramente Vallanzasca soffre di una patologia neurologica, ancora non accertata, e che però ha sempre rispettato le regole richieste dai permessi.
“Sanzione immotivata e penalizzante che, oltre ad interrompere gli effetti risocializzanti derivanti dalla fruizione dei permessi, rischia di aggravare le condizioni psichiche del detenuto che vedeva in quegli spazi di libertà ragione di sollievo per la propria patologia neurologica”
Per questo, dopo attente valutazioni, arriva l’ok da parte del tribunale per i permessi speciali diretti a Vallanzasca, che ora potrà usufruirne nuovamente.
Il bandito della Comasina, Renato (detto Renée) Vallanzasca è stato un efferato criminale della malavita milanese, famoso per aver terrorizzato l’intera città e non solo negli anni ’70.
Già minorenne la sua strada è già segnata, arrivando più volte nel carcere minorile “Cesare Beccaria”, prima per aver liberato degli animali dalle gabbie di un circo, poi per alcuni furti avvenuti nel suo quartiere.
Ma il primo arresto che tutti ricordano è avvenuto nel 1972, quando Renato Vallanzasca riuscì a evadere da San Vittore, minacciando una guardia carceraria per farsi aprire i cancelli.
La banda che aveva creato terrorizzava la città di Milano in quegli anni, con furti, rapine, sparatorie quasi ogni giorno: i suoi compagni erano Antonio Colia, Vito Pesce, Claudio Gatti e Rossano Cochis tra i principali.
Renato Vallanzasca era conosciuto per il suo stile di vita: ostentava ricchezza, grazie alla fortuna accumulata tramite i suoi crimini, amava le auto di lusso, comprava ville e abiti firmati, frequentando anche diverse donne.
La sua carriera criminale non si ferma e continua a crescere e a metà anni ’70 non continuano solo rapine e sparatorie, ma cominciano anche gli omicidi e i sequestri di persona. Nel 1977 viene arrestato di nuovo e durante gli anni di carcere sposa Giuliana Brusa, una delle sue corteggiatrici.
Uno dei suoi crimini più efferati e che tutti ricordano è l’omicidio di Massimo Loi, ex componente della banda della Comasina, ucciso proprio dal suo capo Renato.
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