Un lungo applauso, poi l’esplosione al microfono: “Non mi arrendo”. Così Renato Zero ha rotto il ghiaccio nella conferenza stampa di presentazione ALT, nuovo album di inediti in uscita venerdì 8 aprile in tutti i negozi di dischi e in digital store. Più in forma che mai, tanto da far tastare i “muscoli d’acciaio” delle gambe tra le prime file, l’artista torna a tre anni di distanza dal doppio progetto di “Amo”, con molte cose da dire: 14 brani in trovano spazio temi sociali di forte impatto dalla fede, alla violenza, ai giovani e al lavoro, il destino dell’arte e dell’artista, l’amore in tutte le sue declinazioni, l’ecologia e le politiche di accoglienza. Gesù, i sindacalisti, la televisione e internet che fagocita tutto e tutti: c’è spazio per un mondo intero nelle parole e nella musica di Renato Zero.
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Anticipato dal singolo “Chiedi”, ALT segna un nuovo capitolo della carriera artistica di Renato Zeroperché “è un album che parla del presente”.
L’attesa era tanta e qualcuno non ha saputo aspettare. Un gruppo di fan ha messo online su una pagina Facebook l’intero disco prima ancora che venisse presentato. “Alcuni sorcini (come vengono chiamati i fan dell’artista ndr) sono un po’ sprovveduti, molti non conoscono il mio percorso. A loro rivolgo una preghiera: non venite più ai miei concerti e non comprate più i miei dischi”, ha voluto chiarire.
Polemiche a parte, ALT è un disco intenso, in puro stile Renato Zero. Parole che arrivano dritto al cuore dei fan per raccontare l’Italia e il mondo di oggi, sopraffatta da una tv e una tecnologia che lascia poco spazio al contatto umano. Quello stesso contatto che Renato Zero desidera riprendere dal vivo e che lo vedrà protagonista in due date d’eccezione all’Arena di Verona l’1 e il 2 giugno, lì dove due anni prima “ho perso tre malleoli”. “Devo recuperare la sfida con me stesso”, ammette perché il contatto con il pubblico era e rimane vitale per lui.
Il disco si apre con “Chiedi”, singolo già in programmazione nelle radio, che anticipa il carattere dell’intero album. I temi sociali tornano a far capolino nella produzione di Renato Zero che chiede di spegnere un po’ la tv “che gli alieni vengono da là”.
Con “La lista”, terzo brano dell’album, l’artista omaggia tutte le donne che sono spesso vittime di uomini “belli, robusti e inconcludenti, più delinquenti che signori”, invitandole a resistere e a liberarsi dal dolore. Lui lo sa meglio di chiunque altro. “In vita mia ho preso tanti schiaffi in faccia”, ricorda raccontando di quando un camionista si fermò non per dargli un passaggio ma per prendersela con lui “facendomi volare via la parrucca. A subire s’impara, ma questa Italia non funziona. Bisogna avere il coraggio di alzare la testa”.
Così, nella lista nera, accanto ai politici, finiscono anche i sindacalisti. “Trovo che sia scandaloso che i sindacalisti finiscano a Montecitorio”, dice. In una nazione dove la mancanza di lavoro si fa sempre più sentire, lui si scaglia contro chi “si frappone tra gli industriali e gli operai e rallenta il processo di sviluppo”.
Zero torna a raccontare anche il profondo rapporto con la fede nel brano “Gesù” perché “la sua assenza si sente moltissimo”, ha spiegato. “Dio è un’entità lontana, ma Gesù è qui, siamo noi. Ne abbiamo visti tanti in questo Paese: basti contare le vittime della mafia”, dice. “C’è bisogno che Gesù torni a casa”.
La politica è troppo lontana dalla quotidianità, quella stessa che Zero continua a raccontare in parole e musica. “Nemici Miei”, da lui scritta e musicata, è rivolta ai parlamentari e a chi detiene il potere a cui chiede di non nascondersi più nelle auto blu, “perché se muoio io vieni appresso anche tu”. Ecco allora che “questo Stivale” va amato, conservato, coccolato, con le sue bellezze e le sue contraddizioni, anche attraverso l’ecologia e l’attenzione alla natura.
L’amore trova grande spazio in ALT perché è tema universale per eccellenza. Dimenticate le polemiche, preferisce far parlare le canzoni e chiarire una volta per tutte la sua posizione. “Nessuno può permettersi il lusso di giudicare, è la durata, il modo, la quantità d’amore che fa una famiglia. Il problema è di coloro che non amano”.
Pochi artisti in Italia sanno rivolgersi con tanto affetto al pubblico di chi lo ama e di chi, ancora oggi, fatica ad accettarlo. Lui guarda sempre avanti anche quando racconta il presente. “Ho inventato un nuovo lavoro: sono un sollecitatore”, spiega ai giornalisti. “Non mi piace stare zitto, voglio poter stimolare chi mi ascolta”. A chi gli chiede un ricordo di David Bowie che ha tanto influenzato la sua prima fase della sua carriera, fatta di lustrini e paillettes, mostra un sorriso di cuore. “Consideratemi il Renato Zero inglese”.
L’attesa è finita, per i suoi fan e anche per lui, che ha tremato un po’ sul palco di Sanremo “perché dopo un po’ si perde l’abitudine a stare su un palco”. Bentornato Renato!