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Matteo Renzi si rivolge all’Assemblea del Pd, forte del notevole risultato che il partito ha ottenuto alle ultime Elezioni Europee 2014, un 40,8 % che come ha ricordato le stesso premier, nessun partito è riuscito a raggiungere dal 1958. Il pensiero va automaticamente alle recenti amministrative, con un saluto di Renzi a tutti i sindaci che sono stati eletti. Poi Orfini, proposto alla presidenza del partito, è stato eletto a grandissima maggioranza. Niente da fare per Zingaretti.
Renzi parte dalla vittoria alle recenti tornate elettorali per spiegare i prossimi tre anni di impegni del partito. In jeans e camicia bianca, esulta ricordando l’impegno in campagna elettorale “Siamo felici di tutti i comuni vinti , ma prendere Casal di Principe, il comune di don Peppe Diana, con una battaglia contro la Camorra è straordinario“. Il premier non dimentica gli altri partiti, ai quali rivolge un pensiero: “Un augurio di buon lavoro anche ai sindaci che ci sono stati strappati dal centrodestra e dal Movimento cinque stelle. Perché noi siamo uomini delle istituzioni“.
Il Pd in Europa
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“C’è una grande questione europea: siamo il partito che ha preso il maggior numero di voti, ma che ce ne facciamo? Un grande risiko dei posti e dei nomi? No, dobbiamo cambiare l’idea stessa di Europa“. E Renzi non si ferma: “L’Europa può andare al rinnovo degli organi solo con una discussione sui nomi. Abbiamo la lungimiranza e l’orgoglio di dire che il nostro modello vuole cambiare le regole ma anche modificare l’impostazione stessa dell’Europa?”
E tornando alla vittoria alle europee, il presidente del Consiglio afferma: “Il nostro modello d’Europa cambia le regole. Ma se non siamo nelle condizioni di modificare l’impostazione dell’Europa, è una delle più grandi occasioni che abbiamo perduto. Chi si candida alla guida della Commissione può dirci quale piattaforma propone? Il Pd va in Europa non per farsi spiegare cosa deve fare. Ma per proporre con rispetto delle soluzioni che parlino di più alle imprese e alle famiglie e un pò meno a chi vive di rendita“.
Pd, corruzione e giustizia
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Renzi, non ha dubbi: “Se c’è qualcuno di noi che sa parli, se c’è qualcuno di noi che ha sbagliato paghi“. “A proposito della riforma della Giustizia del ministro Orlando: il Pd è quel partito che non ha paura di vincere la sfida sul garantismo, noi siamo garantisti sul serio. Non è accettabile l’idea che un avviso di garanzia sia sufficiente a mandare a casa un esponente politico. Ma con la stessa franchezza siamo quel partito che se uno di noi patteggia per un’operazione di finanziamento illecito gli chiediamo un passo indietro“. Il riferimento è al sindaco di Venezia Orsoni, coinvolto nello scandalo Mose.
“E non abbiamo paura – aggiunge ancora Renzi – a dire all’Anm che non è un attentato all’indipendenza delle toghe mettere un tetto ai loro stipendi. Ma se tra noi c’è qualcuno che sbaglia e non c’è fumus persecutionis, noi anche in campagna elettorale siamo pronti a votare l’arresto di uno di noi. Sul tema della Giustizia, sconti a nessuno“. E ancora “Se c’è qualcuno tra di noi che ha notizie di reato, salga i gradini di un Palazzo di Giustizia e vada a raccontarlo ai magistrati“.
Stoccata a Corradino Mineo
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Durante il finale del convegno, Matteo Renzi lancia il suo messaggio a Corradino Mineo: “A chi mi ha dato del bambino autistico: non è giusto per chi vive una situazione di sofferenza. Toccate pure me, ma lasciate stare i ragazzi disabili. Sono stati offesi i bambini disabili e le loro famiglie che soffrono“. Sempre su Mineo, a proposito della sua sostituzione in commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama, dice “Non mandiamo via nessuno, ma non possiamo permettere a qualcuno di ricattare con la sua presenza la posizione del Pd“. Renzi all’assemblea del Pd sottolinea che ci sono “regole” per i membri delle commissioni parlamentari, è appunto il caso di Mineo. “Se siamo avanti solo di un voto in Commissione, è legittimo che il singolo esprima la sua libertà di coscienza, ma ci faccia la cortesia di non mandare sotto la maggioranza in Commissione e di andare in aula ad esprimere il suo voto. Noi siamo un partito, non un movimento anarchico“.
Orfini è il nuovo presidente del Pd
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Dopo le dimissioni di Gianni Cuperlo, a primavera, il ruolo di presidente del Pd era rimasto vuoto. Renzi ha ufficializzato la proposta di Matteo Orfini alla presidenza del partito, che è stato eletto a larga maggioranza: “Importante che non sia un esponente della maggioranza Pd, per la formazione politica che ci ha visto tante volte dividerci ma perché nel partito ci si sta rispettandosi. Nelle prossime settimane mi piacerebbe che la segreteria fosse aperta a tutti quelli che vogliono starci“. In corsa per la presidenza del partito, assieme al leader dei Giovani Turchi, erano anche l’ex segretario Guglielmo Epifani, Paola De Micheli, spinta da Area riformista (Cuperlo e Speranza), e Nicola Zingaretti, indicato Cuperlo come candidato unitario. Anche lo stesso Orfini, dicono le stesse fonti, avrebbe detto ai renziani che quella del governatore del Lazio era la candidatura più condivisa. Ma alla fine Renzi, a quanto si riferisce, ha preferito Orfini a Zingaretti. Duro e polemico Peppe Civati, al proposito: “I numeri per Renzi sono schiaccianti: nella notte è arrivata l’indicazione via sms per Matteo Orfini presidente. Io mi asterrò. C’è molto imbarazzo per il metodo” usato in questo caso “sulla base di una decisione che la maggioranza prende sentendo una porzione minima della minoranza“.