Angela Merkel promuove Matteo Renzi al termine del bilaterale avvenuto a Berlino. La cancelliera tedesca si è infatti detta “molto colpita dal cambiamento strutturale avviato in Italia, è davvero impressionante”. Un primo sì che arriva al termine di un incontro in cui il Presidente del Consiglio ha spiegato le riforme messe in agenda dal governo, chiarendo che l’Italia ha bisogno delle riforme “non perché ce lo chiede l’Europa ma per i nostri figli”. La Germania ha avuto le rassicurazioni che cercava, che l’Italia cioè non sforasse il Patto di stabilità tenendo conto del Fiscal Compact. “Auguriamo pieno successo alle riforme”, ha concluso la Merkel.
L’incontro è stato cordiale e amichevole, con tanto di scambio di doni: da Firenze, Renzi ha portato la maglietta autografata della Fiorentina del giocatore tedesco Mario Gomez. Il premier incassa il primo sì da parte di uno dei soggetti europei più ostici, la Germania del rigore. Le riforme sono fondamentali, come sa bene la cancelliera che ha avvertito Renzi: da una parte possono portare ottimismo, dall’altra malumore. Il percorso sarà difficile, ma la strada intrapresa dal nuovo esecutivo, secondo la Merkel, “va nella giusta direzione”, anche se i risultati arriveranno nel medio e lungo termine, “nell’arco di due o tre anni”.
Per il presidente del Consiglio il bilaterale è stata l’occasione per lanciare e presentare il piano di riforme: con la Germania ci sono molte affinità come sulle politiche del lavoro, tema centrale nell’agenda di Renzi. Il vero dramma è il dato della disoccupazione in Italia, soprattutto quella giovanile, arrivata al 40%. “La pretesa di creare posti di lavoro attraverso una legislazione restrittiva è fallita: dobbiamo cambiare le regole del gioco. È come una squadra che perde per cinque anni tutte le partite: dopo 5 anni di sconfitte si cambia gioco”, ha spiegato Renzi che guarda proprio al nuovo modello tedesco per far ripartire il mercato del lavoro.
Le riforme sono necessarie ma non perché le chiede l’Europa, “ma perché lo chiedono i nostri figli”, ricorda il premier, ribadendo l’orizzonte a lungo termine del suo governo, fino al 2018. Il tempo è necessario perché le riforme non saranno “misure una tantum, ma misure irreversibili di cambiamento. Il debito è cresciuto, nonostante l’Italia abbia avuto un avanzo primario con interventi per ridurre la spesa noi abbiamo smesso di crescere. Occorre mantenere i vincoli, fare misure strutturali, ma dentro il pacchetto occorre aiutare a recuperare la domanda interna”.
La Merkel ha scherzato anche sulla mancanza di slide al loro incontro, segno però che in Germania si guarda con molta attenzione a quello che avviene in Italia. Le coperture ci sono, assicura Renzi. “Noi rispettiamo tutti i limiti che ci siamo dati, a partire dal trattato di Maastricht. L’Italia non chiede di sforare le regole, dando il messaggio che le regole sono cattive”; quello che conta ora è che possa partire la crescita ed è qui che è arrivato il sì tanto atteso.
La Merkel si è detta infatti soddisfatta dalle rassicurazioni di Renzi. “So bene che l’Italia per quel che riguarda il patto di stabilità di crescita lo rispetterà, non ho dubbi che le riforme potranno avere efficacia e che l’Italia arriverà a rispettare i vincoli europei”, ha chiarito la Merkel. “Il bicchiere italiano è semipieno, l’Italia lavora per riempire la parte mezza vuota”, ha concluso la cancelliera.
Una cosa è certa: nonostante i sorrisi di facciata e le rassicurazioni la credibilità dell’Italia è al minimo.
Quale credibilità?
Facciamo alcune considerazioni:
- Berlusconi, Monti, Letta, Renzi. Angela Merkel finora ha fatto progetti con un premier italiano all’anno, sotto gli occhi sempre più sbigottiti del presidente Bce Mario Draghi.
- Le colpe di Letta ricadranno su Renzi: tra poche settimane la Commissione europea presenterà le stime economiche invernali in cui l’Italia sarà bacchettata per non aver rispettato gli impegni. Fra l’altro l’Italia aveva promesso di mandare informazioni sulla spending review ma non l’hanno mai fatto. Ora il termine è scaduto.
- Il commissario agli Affari economici Olli Rehn si è detto fiducioso che “il governo continuerà a perseguire le riforme economiche e che manterrà un consolidamento coerente”. Oppure no, visto che Renzi ha annunciato di essere disposto a sfondare il tetto del 3% (rapporto deficit/Pil) se dovesse servire a finanziare le riforme?
Niente paura
Secondo Renzi, l’Italia, “se fa l’Italia”, non deve avere paura di nessuno. Il Premier ha affermato, infatti: “Vado in Europa consapevole di rappresentare un grande Paese, di cui sono orgoglioso. Se delle volte abbiamo fatto degli errori, siamo pronti a rimediare. Ma non siamo gli alunni somari da mettere dietro la lavagna”.
Il Presidente del Consiglio ha insistito sulla necessità di effettuare dei cambiamenti profondi nell’Europa: “Vogliamo guidare l’Europa non per sei mesi nel semestre di presidenza, ma per i prossimi 20 anni e se ce la faremo daremo ai nostri figli un’Europa diversa”. E’ questo l’obiettivo che dovrebbe essere raggiunto, secondo Matteo Renzi.
Il Premier si reca a Berlino con la maglia autografata di Mario Gomez, attaccante tedesco della Fiorentina, un regalo per il cancelliere tedesco. La visita e il confronto avvengono dopo le dichiarazioni di Graziano Delrio, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, che ha annunciato ciò che Renzi dirà nell’occasione dell’incontro con Angela Merkel. Secondo Delrio, Renzi dirà alla Merkel con i conti dell’Italia sono in ordine, che si stanno portando avanti le necessarie riforme per il Paese e che si sta cercando di risolvere la questione dei debiti della pubblica amministrazione.
Delrio ha spiegato che l’Italia si trova nella condizione di qualche anno fa della Germania, quando, grazie ad un apposito piano di riforme, il Paese ottenne un “atteggiamento più flessibile” dalle istituzioni europee.