La visita ufficiale di Matteo Renzi a Barack Obama non è servita solo a cementare l’alleanza tra Italia e Stati Uniti. Alla base dell’amicizia e dei pubblici attestati di stima, il reciproco appoggio elettorale. Renzi e Obama (la foto è emblematica) guardano al futuro: il premier italiano al temuto Referendum Costituzionale di dicembre, il presidente Usa uscente alle elezioni presidenziali di novembre. Obama si lancia in uno spot a favore del Sì, sperando che il tanto osannato Renzi e le lodi all’Italia possano spingere gli italoamericani a votare Hillary Clinton.
Queste le parole di Obama: “Non voglio parlare del referendum né influenzare, ma le riforme fatte da Matteo sono giuste. Io faccio il tifo per Renzi, dovresti rimanere al timone ancora per un po’”. E poi una lode al governo Renzi che “sta portando avanti riforme coraggiose”, motivo per cui “noi sosteniamo il referendum per un sistema politico più responsabile”. Fino all’invito al premier italiano, che “dovrebbe restare in politica a prescindere dall’esito del referendum”. Ma questo sembra ormai scontato: “Che cosa farò se vincerà il no al referendum? Lo scopriremo solo vivendo, ma vincerà il Sì, quindi non mi porrete più questa domanda”, scherza il premier fiorentino, che non vuol sentir più parlare di dimissioni.
Obama spera che l’amico Renzi possa trasformarsi in una sorta di messaggio subliminale rivolto agli italoamericani: “Votate Hillary, votate Hillary”. Secondo l’ultimo censimento federale, gli italoamericani sono circa 18 milioni e rappresentano la quinta comunità etnica dopo tedeschi, irlandesi, inglesi e americani. Insomma, una fetta cruciale dell’elettorato. Le lodi a Renzi: “Matteo è giovane e bello, ha una visione di progresso che non si basa sulle paure della gente ma sulle loro speranze. L’Italia sta cambiando lo status quo con riforme coraggiose”. E poi: “Mi sento italiano di adozione”, “ci piace il cibo, la moda, il vino e Sophia Loren”.
Proviamo quindi a tradurre il messaggio subliminale con il volto del bel Matteo: “Cari italoamericani, Renzi vi rappresenta e lui voterebbe Hillary, quindi votatela anche voi”. “Le relazioni tra Usa e Italia non sono mai state così forti come in questo momento e l’eredità politica del presidente Obama è una questione che tocca molto anche l’Italia e l’Europa”, ha commentato poi Renzi, alludendo alla speranza nella vittoria della candidata democratica.
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Obama: “Patti chiari e amicizia lunga”
“Mi hanno detto che in Italia c’è un proverbio: patti chiari e amicizia lunga – ha detto Obama – Quando si tratta di Italia e America, le condizioni non potrebbero essere più chiare. L’Italia è uno dei nostri più grandi alleati e amici. Abbiamo una visione in comune”. Contro la Russia nella nuova Guerra Fredda tra superpotenze, ad esempio: “Pensiamo che la Russia sia un grande, importante paese con una forza militare che è seconda soltanto alla nostra e deve essere parte della soluzione a livello mondiale, piuttosto che parte del problema. Ma il loro comportamento ha minato le norme internazionali”, ha spiegato Obama. Che ha criticato Donald Trump, l’avversario di Hillary Clinton, perché “continua ad adulare” il presidente della Russia Vladimir Putin, “ammirando il modo in cui si approccia” ai problemi internazionali.
Renzi appoggia Obama e il probabile invio di soldati italiani in Lettonia accanto alle truppe Nato al confine russo ne è la conferma. Così come Renzi sostiene gli Usa nella lotta al terrorismo a Mosul in Iraq o l’azione in Afghanistan.
In cambio Obama sostiene le ragioni dell’Italia nella questione migranti. “L’Europa deve guardare con più convinzione all’Africa. Non possiamo ogni volta andare a chiedere una mano agli Stati Uniti, anche se gli Usa sono i nostri ‘the best friend’“: l’assist di Renzi. “Non ci può essere una situazione in cui Italia, Grecia o Germania sostengono tutto il fardello dei flussi migratori. Se fate parte dell’Unione europea, voi siete uniti non solo per i vantaggi ma anche per i costi”: afferma Obama. Insomma, attestati di stima, sostegno, un’alleanza sempre più forte e fronte comune nella politica interna ed estera. Questa la morale del summit politico di Washington. Poi, nella cena di gala, il brindisi.
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