In Florida un reporter 24enne è stato ucciso: era arrivato sulla scena del crimine per realizzare un servizio, del tutto ignaro che il killer fosse ancora in zona.
Florida, 22 febbraio 2023. Siamo a Pine Hills, un sobborgo a ovest di Orlando. Un giornalista di soli 24 anni, dopo aver saputo dell’omicidio di una ventenne, si reca sul luogo del crimine. Lì trova una “sorpresa” incredibile: il killer era ancora in zona.
Chi non ha mai visto la saga di Scream? Per chi non lo avesse fatto, vi spieghiamo brevemente alcune delle (tantissime) scene che si sono riproposte a più riprese nei film. C’è la reporter, Gale Weathers – interpretata da Courtney Cox, la Monica di Friends, per intenderci – che durante i primi film della saga sembra più una “feroce accalappia-notizie” che un essere umano e il cui ruolo è quello di indagare – dal punto di vista giornalistico, si intende – e scoprire chi si nasconde dietro la celebre “ghostface”, salvo poi sposare il detective incaricato di svolgere le indagini – quelle reali – e passare da acerrima nemica della protagonista ad amica del cuore (ecc ecc).
Bene: chi ha visto le primissime pellicole ricorderà un particolare. Gale aveva sempre una spalla, un cameraman che potesse aiutarla nelle riprese. Spoiler: il primo muore (tanto nei film successivi gli altri dotati di “black humor” scherzano spesso su questo evento). Arrivato sul luogo del crimine, il povero malcapitato viene preso di mira dall’assassino (che non vi diremo chi è, ma tanto cambia in ogni film, quindi se non li vedete tutti non ci sarà mai sfizio) e viene ucciso come gli altri poveri protagonisti.
Perché vi abbiamo raccontato ciò? Un evento molto simile è accaduto davvero. Non è stato di certo Scream a ispirarlo – anche perché il film di cui vi stiamo parlando risale a decenni fa – ma la scena è più o meno la stessa, al netto del fatto che in questo caso il rosso del sangue versato è reale e non artificiale.
La scena del crimine è Pine Hills, un sobborgo a ovest di Orlando, in Florida. Un giornalista di Spectrum News 13 di soli 24 anni, dopo essere venuto a conoscenza dell’assassinio di una giovane 20enne, è giunto sul posto. L’omicidio risaliva alla mattina, ma erano già le 16, quindi nessuno poteva immaginare che l’assassino fosse ancora nei paraggi.
Ma le pellicole di Wes Craven insegnano: il killer non torna mai sul luogo del crimine, a patto che non voglia completare il lavoro e spargere altro sangue. E infatti è proprio questo ciò che è accaduto in Florida.
Mercoledì 22 febbraio. Siamo a Pine Hills, un sobborgo a ovest di Orlando, in Florida. Sono le 16 (ora locale). Dylan Lyons, un giornalista di Spectrum News 13 di soli 24 anni, ha saputo che solo poche ore prima una ragazza di soli 20 anni era stata assassinata. “Devo proprio realizzare un servizio su questo caso”, avrà pensato, oppure forse saranno stati i suoi datori di lavoro ad assegnarglielo, ma poco cambia. Arrivato sul luogo del crimine avrà una sorpresa: troverà il killer, ancora lì. Anzi no, sarà il killer a trovare lui.
Vedendo il giovane giornalista insieme a un fotografo, Jesse Walden, arrivato sul posto per aiutarlo a realizzare il servizio, ha iniziato a sparare. I due erano ancora vicini all’auto che li aveva condotti fino a lì, ma non hanno avuto il tempo materiali di rifugiarsi al suo interno: ormai era troppo tardi, la furia dell’assassino si era abbattuta su di loro, li aveva colti alla sprovvista, non aveva lasciato loro il tempo materiale di poter fuggire, di potersi spostare oppure quantomeno fare qualsiasi cosa potesse rivelarsi utile al loro scopo di non ferirsi.
Alla fine il 24enne è morto sul colpo, mentre il fotoreporter è rimasto gravemente ferito e portato tempestivamente in ospedale, dov’è ricoverato e sta lottando tra la vita e la morte.
Ma non finisce qui. La furia dell’assassino, a quel punto, non si era affatto placata. Anzi. Sembra quasi che il duplice (tentato) omicidio dei due reporter non solo non lo avesse saziato, ma avesse solo fatto aumentare ulteriormente la sua fame. E così l’uomo – che poi si scoprirà essere un ragazzo – è entrato in una casa vicina al luogo del crimine e ha iniziato a sparare contro una donna e sua figlia di 9 anni: la madre attualmente è ricoverata ed è in gravi condizioni, mentre la piccola è morta.
L’unica nota positiva è che il killer è stato arrestato poco dopo: si trovava ancora in zona quando la polizia lo ha visto. Trattasi di Keith Melvin Moses, un ragazzo, come abbiamo anticipato, di soli 19 anni. Cosa spinge un giovane che, di fatto, è appena uscito dall’adolescenza a sparare a cinque persone in un giorno, uccidendone tre e ferendo gravemente le altre? Chi può dirlo. Del resto, lui stesso, a quanto ha dichiarato l’ufficio dello sceriffo del posto, si è rifiutato di rispondere a tutte le domande degli agenti, compreso se sapesse oppure no che Lyons e Walden fossero giornalisti accorsi per raccontare l’omicidio della ventenne.
Non possiamo neanche definire Moses un serial killer: per esserlo avrebbe dovuto commettere almeno tre omicidi in località distinte, intervallati da un arco temporale non necessariamente lungo, ma comunque presente. Il 19enne, invece, ha ucciso più persone nello stesso giorno e inoltre tre di queste nello stesso luogo.
Ma quello che ci interessa attualmente è anche capire il movente, almeno dell’omicidio della ventenne. A quanto pare i due si conoscevano, ma non avevano un forte legame: non erano grandi amici, non erano fidanzati, erano più che altro conoscenti. Perché arrivare addirittura a ucciderla quindi?
A questo si aggiunge che, a quanto pare, il killer non aveva alcun legame né con i giornalisti né con la madre e la bambina di nove anni a cui ha sparato: ad oggi lo sceriffo non ha idea del motivo per cui sarebbe entrato proprio in quella casa, l’unico collegamento è la posizione geografica, ma in quell’area ci saranno state altre abitazioni, perché proprio quella? Sarà stato un caso sfortunato? Oppure forse era una mossa ragionata? L’unica pista percorribile per il momento è questa: Moses potrebbe aver scambiato Lyons e Walden per agenti e quindi avrebbe sparato loro per poi rifugiarsi “casualmente” in quella casa, che però era abitata. L’unica cosa che gli è venuto in mente di fare in quel momento è stato quindi fare fuori la donna e la piccola.
Quello che è certo per adesso è che il 19enne, come ha spiegato la polizia, “ha una lunga storia criminale, che include accuse relative ad armi da fuoco, aggressione con un’arma mortale, furto con scasso e accuse di furto aggravato”.
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