È resa dei conti all’interno del Movimento 5 Stelle dopo l’arresto di Raffaele Marra, braccio destro di Virginia Raggi. I vecchi rancori sono tornati a galla e la sindaca è finita di nuovo nel mirino dei compagni di partito. Ed è scontro totale, ormai, con Roberta Lombardi: sarebbe stata lei, tra l’altro, a denunciare Marra per la storia della casa acquistata dal costruttore Sergio Scarpellini. Non è certo che il suo esposto sia stato decisivo ai fini dell’inchiesta, ma a livello simbolico è stato uno schiaffo in faccia alla rivale Virginia. O, in base alle interpretazioni, un gesto di rispetto verso gli elettori pentastellati che pretendono trasparenza.
A rivelare la denuncia è stato L’Espresso, il settimanale che aveva parlato per primo dei rapporti ambigui tra Marra e i palazzinari romani. Roberta Lombardi, ex membro del direttorio romano, aveva già criticato la sindaca per la scelta di Marra come capo del personale, dopo la notizia della casa acquistata da Scarpellini. Il 22 novembre scorso la Lombardi si sarebbe presentata in procura con un esposto lungo dieci pagine, con cui avrebbe chiesto ai magistrati di indagare sulla vicenda.
Il post su Facebook della stessa Lombardi sembra confermare, tra le righe, la notizia. Citando Martin Luther King, ha scritto: “La vigliaccheria chiede: è sicuro? L’opportunità chiede: è conveniente? La vana gloria chiede: è popolare? Ma la coscienza chiede: è giusto? Prima o poi arriva l’ora in cui bisogna prendere una posizione che non è né sicura, né conveniente, né popolare; ma bisogna prenderla, perché è giusta”. Arrivando al Forum Hotel di Roma per la riunione con i big del partito dopo l’arresto di Marra ha quindi commentato: “Sono fiera di essere dalla parte giusta. Parlano i fatti”.
Se l’esposto contro il braccio destro della Raggi venisse confermato, significa che la Lombardi ha voluto lanciare un messaggio chiaro contro la sindaca, in nome della trasparenza che è il cavallo di battaglia grillino. E significa che il malumore verso la prima cittadina di Roma è sempre più forte all’interno del Movimento. “Le scuse di Virginia Raggi bastano? No, non bastano“: le parole di Paola Taverna ne sono la conferma.
Terremoto tra i 5 Stelle?
Insomma, la faglia tra gli ortodossi (i grillini duri e puri tra cui Lombardi e Taverna, appunto), e gli uomini della Raggi e di chi l’ha difesa (come Luigi Di Maio) rischia di ingigantirsi, provocando un terremoto interno ai 5 Stelle. Non dimentichiamo che la nomina di Marra, all’inizio come capo di gabinetto, non è mai andata giù nemmeno a Beppe Grillo. Tanto che la Raggi decise di “obbedire” ai vertici del partito, non confermandogli l’incarico. Peccato che subito dopo lo abbia nominato capo del personale. Continuando a difenderlo sempre, anche quando la Lombardi lo aveva definito “virus che ha infettato il Movimento 5 Stelle”. La sindaca ha continuato a difendere anche le nomine di Paola Muraro (nonostante avesse saputo che era al centro di un’indagine per un presunto reato ambientale) come assessore all’Ambiente, e di altri dirigenti come Salvatore Romeo e Carla Raineri. “Probabilmente non tutti hanno apprezzato il suo lavoro. Per quanto mi riguarda, Marra è un dirigente pubblico, e l’ho allocato nella posizione che ritengo più funzionale”, disse la Raggi in un’intervista.
Ma con l’arresto dell’ex finanziere (all’indomani delle dimissioni della Muraro che ha ricevuto l’avviso di garanzia, tra l’altro) tutti i nodi sono venuti al pettine. “Probabilmente abbiamo sbagliato e questo mi dispiace, nei confronti dei cittadini romani, del M5S e di Beppe Grillo che aveva sollevato qualche perplessità”, ha ammesso la sindaca. Ma le scuse basteranno? Paola Taverna ha già risposto di no.