Con il voto della Camera del 24 febbraio 2015, la riforma sulla responsabilità civile dei magistrati è diventata legge. Il testo è stato approvato con 265 voti favorevoli, 51 no e 63 astenuti: in particolare la Lega, Forza Italia, SEL, Fratelli d’Italia e Alternativa Libera si sono astenuti, mentre il Movimento 5 Stelle, dopo il sì al Senato ha votato contro. Il testo di legge prevede che chi ha subito un danno dalla giustizia potrà chiedere i danni allo Stato che a sua volta potrà rivalersi sul magistrato, quantificando il danno fino a metà dello stipendio. Secondo il ministro della Giustizia Andrea Orlando, la legge rappresenta un passaggio storico, soprattutto a maggior tutela dei cittadini.
Se sia una riforma valida lo dirà solo il tempo, come ha chiarito lo stesso Orlando, specificando che la norma deve essere monitorata nei suoi risvolti concreti. Il ministro della Giustizia si è detto pronto a correggerne alcuni punti, se è necessario. L’associazione nazionale magistrati si è invece opposta alla legge, dichiarando che la politica ha approvato una legge contro i magistrati e ha intaccato il profilo dell’indipendenza. Secondo l’associazione, c’è un rischio di azioni strumentali, dando la possibilità “alla parte processuale più forte economicamente di liberarsi di un giudice scomodo. E’ una strada pericolosa verso una giustizia di classe”.
Cosa prevede la legge
La nuova legge sulla responsabilità civile dei magistrati va a modificare la legge Vassalli del 1988 di cui mantiene la responsabilità indiretta: il cittadino farà causa allo Stato che a sua volta può rivalersi contro il giudice.
Rispetto alla Vassalli, viene ampliata la possibilità di fare ricorso; aumenta la soglia economica del danno fino a metà dello stipendio del magistrato; viene eliminato il filtro dell’ammissibilità dei ricorsi; la responsabilità scatta anche in caso di negligenza grave e travisamento del fatto e delle prove. Per inoltrare richiesta, il processo deve essere concluso nei tre gradi di giudizio.
Il no di Forza Italia
Il senatore Lucio Malan ha spiegato l’astensione di Forza Italia al momento del voto: la legge non era accettabile nonostante, come aveva sottolineato Giacomo Caliendo, sempre del partito di Silvio Berlusconi, si siano fatti dei passi avanti importanti per ciò che riguarda la riforma della giustizia. Nel testo originario presentato dal Governo era prevista la responsabilità civile dei magistrati solo in casi molto rari, soprattutto quando si trattava di negligenza o di travisamento gravi.
Invece, l’equilibrio raggiunto mediante l’accordo prevedeva che i magistrati avessero una responsabilità anche nel caso in cui si discostassero dalle sentenze delle sezioni unite della Cassazione, senza che fosse fornita una motivazione adeguata. I senatori di Forza Italia hanno fatto notare che tutto ciò implica un ritorno indietro. Ci sarebbe una diminuzione della casistica sia per quanto riguarda la colpa grave, sia per alcuni aspetti tecnici, come le motivazioni.