Per tre giorni si è divertita a fare sesso occasionale. Poi, è rimasta incinta e ha deciso di fare causa a una nota catena di alberghi di Monaco di Baviera per avere le informazioni sull’uomo che l’avrebbe ingravidata. La vicenda risale all’aprile del 2010: la donna aveva passato tre notti con il partner in un hotel di Halle. Nove mesi dopo è nato il bambino, Joel, che finora ha vissuto senza conoscere il padre.
Ma ora la donna vuole ottenere l’assegno di mantenimento e così ha deciso di contattare l’albergo. Del partner, infatti, conosce solo il nome di battesimo, Michael. Inizialmente, pensava di avere facilmente queste informazioni, invece l’albergo ha preferito tutelare i suoi clienti decidendo di mantenere segreta l’informazione. Sulla pagina di ‘TheLocal.de’, si legge: “In quel periodo, in albergo erano presenti quattro clienti con il nome Michael”. A quel punto, la donna ha deciso di perseguire per vie legali la struttura.
In tribunale, però, non hanno dato ragione alla madre single. Il giudice, nella sentenza, ha infatti stabilito che “il diritto del padre potenziale all’autodeterminazione delle proprie informazioni, così come il suo diritto a proteggere la propria famiglia o il matrimonio, hanno la precedenza sul diritto della donna di sostenere il figlio e alla protezione della sua famiglia”. La Corte ha stabilito che i quattro potenziali papà hanno diritto a proteggere la propria privacy.
Nessuno di loro è quindi obbligato a “divulgare le sue relazioni sessuali”. Il giudice ha chiuso aggiungendo che data la diffusione della notizia sui media, il Michael in questione dovrebbe essere a conoscenza della situazione e decidere autonomamente se contattare la donna. Lo farà? Probabilmente no. A meno che non sia single e non abbia voglia di rivedere la donna e crescere davvero il figlio.