Entro il 31 ottobre 2022, Tim Cdp e Open Fiber dovranno trovare un accordo per la Rete Unica.
Per diverso tempo, si è discusso sull’integrazione degli asset di rete fissa di Open Fiber e Tim. E ora, dopo vari confronti, è giunto il via libera degli azionisti di entrambe le società che hanno concordato sulla firma del Memorandum of Understanding che dà inizio a questo tipo di percorso.
Il progetto della Rete Unica pare stia prendendo finalmente corpo. Dopo l’approvazione, da parte degli azionisti delle rispettive società, Tim, Cdp e Open Fiber intraprendono il cammino che porterà, entro il 31 ottobre 2022, all’integrazione degli asset di rete fissa, dopo aver firmato il Memorandum of Understanding.
Nel documento, come afferma una nota diramata dopo l’accordo dei CdA, si punta a mettere in atto un percorso “volto alla creazione di un solo operatore delle reti di telecomunicazioni, non verticalmente integrato” che sarà controllato “da Cdpe e partecipato da Macquarie e Kkr” e che permetterà, dunque, “di accelerare la diffusione della fibra ottica e delle infrastrutture Vhcn (Very High Capacity Networks) sull’intero territorio nazionale“, incentivando, in questo modo, lo sviluppo dell’intero paese, sia sul piano privato che su quello delle pubbliche amministrazioni.
Per portare avanti il percorso di integrazione, ci vorrà del tempo, anche perché bisogna considerare tutte le differenze, sul piano tecnologico, che intercorrono fra gli asset in questione.
Per procedere, dunque, in maniera spedita, senza intoppi, mediante un’operazione basata “sulla separazione delle attività infrastrutturali di rete fissa da quelle commerciali di Tim“, che farà leva su modalità che verranno definite nel corso del tempo.
Nella nota, Tim fa sapere che con la sottoscrizione del MoU, le parti coinvolte nell’accordo si impegnano “a negoziare in via esclusiva e in buona fede i termini e condizioni dell’operazione con l’obiettivo di addivenire alla firma di eventuali accordi vincolanti”.
Nei fatti, dunque, la Cassa Depositi e Presiti controllerà la Rete Unica, avvalendosi dei fondi Kkr e Macquarie, senza la presenza di Tim, per procedere, dunque, all’unione delle reti Open Fiber e Tim sotto un solo ombrello.
Per Pietro Labriola, Ad di Tim, la sottoscrizione del MoU, inoltre, rappresenta una scelta coraggiosa da parte dell’azione, in quanto avvia quello che è – nei fatti – la separazione dell’infrastruttura di rete fissa, che permetterà di ottenere “risorse per investire nei sevizi e nello sviluppo dei rapporti con i clienti e del mobile, competendo più agevolmente nel mercato dei servizi digitali“.
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