Occorre una risposta sanitaria adeguata a contrastare la crescente diffusione della retinopatia diabetica, patologia in aumento in Italia, che colpisce più di 1 milione di pazienti (solo nel nostro Paese), con evidenti ricadute sulla spesa sanitaria, che – avvertono gli esperti – in assenza di un miglioramento del quadro assistenziale, genererà un aumento di 4,2 miliardi di euro negli anni dal 2015 al 2030.
Dell’argomento si è parlato al II Forum nazionale sulla patologia ‘Retinopatia Diabetica: una lotta possibile’, incontro promosso dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità (Iapb Italia Onlus) e dalla rivista di economia e politica sanitaria Public Health & Health Policy (PH&HP).
Secondo un recente studio condotto dal Ceis-Università di Roma Tor Vergata, che ha calcolato l’incremento della spesa sanitaria anno per anno per i pazienti con retinopatia diabetica per ciascuna regione dal 2015 al 2030, l’impatto più forte viene registrato per la Lombardia con una spesa 940,9 milioni di euro al 2030, seguita dalla Puglia con 640,1 milioni, e dalla Sicilia, con 418,8 milioni. Tra le Regioni per cui verrebbe registrato un impatto minore, invece, Umbria, con 37,3 milioni, Marche, con 41,5 milioni, Liguria, con 44,5 milioni.
Gli esperti chiedono in concreto più finanziamenti ai centri oculistici, incremento della programmazione delle attività, predisposizione di nuovi percorsi diagnostici terapeutici assistenziali e un incremento delle attività di prevenzione e dello screening in campo oculistico. Tutto per diminuire la crescita della patologia, il suo impatto sulla qualità della vita dei malati, e per migliorare sia l’utilizzo delle risorse che i percorsi diagnostico-terapeutici.
Per il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, “siamo di fronte a un problema di sanità pubblica che va assolutamente affrontato così che il sistema sanitario possa essere in grado di gestire la situazione in modo sistematico e strutturale. Occorre offrire ai cittadini una risposta omogenea superando le oggettive differenze nella gestione, che oggi si registrano su scala regionale”.
“Medici di medicina generale e oculisti sono consapevoli che il problema è condiviso – spiega Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale – Si dovrebbe partire proprio dallo screening retinografico, che in futuro dovrebbe essere eseguibile già presso l’ambulatorio del medico di base, ma refertato da un oculista, perché senza integrazione non si va da nessuna parte”.
Giuseppe Castronovo, presidente di Iapb Italia Onlus, conclude: “Sensibilizzazione, diagnosi precoce e riabilitazione sono le tre parole chiave della nostra azione per ridurre il numero ancora oggi insostenibile dei pazienti diabetici che perdono la vista: circa il 30%”. E infatti sono ancora molti i pazienti non trattati adeguatamente o non sottoposti a screening, che quindi non hanno ricevuto diagnosi (solo l’11% dei soggetti diabetici è stato sottoposto a visita oculistica), a causa della disomogeneità dei centri oculistici specialistici per il trattamento della patologia, con un’offerta che risulta inadeguata sul piano della quantità.
In collaborazione con AdnKronos