Retrò e animalista, ecco la polpetta di mammut che arriva dall’Australia

Una società australiana ha creato polpette di mammut dalla coltivazione di cellule animali in laboratorio. L’obiettivo è di sostituire la carne convenzionale, proveniente dall’abbattimento, con carne coltivata meno inquinante ma possibilmente dello stesso sapore di pollo, manzo e così via.

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La ricostruzione di un mammut in un museo del Messico, sulla base di ossa ritrovate in precedenza, repertorio – Nanopress.it

Le polpette non si mangiano, ma la carne coltivata di altre specie approderà a Singapore entro questo anno.

Dal Paleolitico a oggi

Estinti? Si, migliaia di anni fa ma ora una società australiana ha “resuscitato” i giganteschi animali del Paleolitico per farne un alimento. Il progetto, in realtà, ha un obiettivo più nobile della mera attività commerciale al fine di generare profitto. 

Come ha riportato in esclusiva il giornale inglese The Guardian un’azienda specializzata in carne coltivata, la Vow Food, ha ricreato polpette di mammut partendo dallo sviluppo in laboratorio delle cellule dell’antenato dell’elefante. L’esperimento mira a dimostrate le potenzialità della tecnica di coltivazione della carne, che permette così di non macellare gli animali per il sostentamento degli essere umani. Inoltre l’obiettivo è anche di far emergere i punti di contatto tra la produzione di bestiame su larga scala e la distruzione della fauna selvatica e la crisi climatica.

Nuove carni

Negli ultimi anni decine di aziende sono state impegnate nel trovare possibili soluzioni alternative che potessero sostituire la carne convenzionale, ossia quella di pollo, maiale e manzo. La differenza con la società australiana, però, è che quest’ultima ha in mente di mischiare cellule di animali non convenzionali, come appunto il mammut, per creare carni nuove. 

In particolare, fino a ora, l’azienda ha già studiato le cellule di 50 diverse specie tra cui alpaca, bufali, canguri, coccodrilli, pavoni e una varietà di pesci, tutti animali la cui carne normalmente non si mangia. Il cibo prodotto arriverà per la prima volta sulle tavole di Singapore, che già a partire da questo anno farà da apripista nell’assaggio. La prima carne coltivata venduta ai ristoranti e proposta agli avventori sarà quella della quaglia giapponese.

Carnivori senza macellare gli animali

Al giornale inglese l’amministratore delegato della società australiana, George Peppou, ha detto che “quando si tratta del consumo di carne c’è un problema di cambio di atteggiamento”. L’obiettivo è di far passare qualche miliardo di carnivori dal consumo di proteine animali al consumo di cose che possono essere prodotte con sistemi elettrificati”, ha spiegato il CEO.

Crediamo che il miglior modo per farlo sia di inventare la carne. Cerchiamo cellule che siano facili da far crescere, molto buone e nutrienti, per poi mischiarle per creare carne gustosa”, ha aggiunto Peppou.

I motivi simbolici del mammut

La scelta di creare polpette di mammut è stata dettata dal fatto che questi animali si crede siano stati portati all’estinzione a causa della caccia dell’uomo e del surriscaldamento globale dopo l’ultima era glaciale. Quindi l’animale “è un simbolo della perdita della biodiversità e anche un simbolo del cambiamento climatico”, hanno spiegato da Vow Food.

Sul mercato esistono oggi già alternative alla carne convenzionale di animale, una di queste è ad esempio la carne vegetale, tuttavia la carne coltivata – nelle intenzioni di chi la produce – deve replicare fedelmente il sapore dell’originale. La carne sintetica è venduta attualmente solo a Singapore. Potrebbe però presto arrivare anche negli Usa.

Per ora le polpette di mammut restano solamente un esperimento. Nessuno le ha mai assaggiate anche perché non è certo come potrebbe reagire il sistema immunitario delle persone a questa antica proteina. La società australiana ha detto che “la carne coltivata dal punto di vista ambientale e etico ha molto senso”

L’allevamento di bestiame in grandi quantità ha un impatto molto negativo sull’ambiente, mentre la carne coltivata, secondo l’azienda, non produce emissioni di metano e ha bisogno di molta meno acqua. L’energia per il processo produttivo, inoltre, può provenire da fonti rinnovabili. La società australiana ha già raccolto 56 milioni di dollari in investimenti per portare avanti il progetto. La polpetta di mammut sarà presentata questa sera in un museo di scienze olandese.

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