Dopo la messa in onda dell’intervista a Salvatore Parolisi, il tribunale di sorveglianza ha deciso di revocare i restanti permessi premio che gli erano stati concessi e che gli avrebbero consentito di trascorrere 12 ore fuori dal carcere fino al prossimo ottobre.
Secondo il giudice, Parolisi non avrebbe compreso il significato della condanna e avrebbe svalutato la figura di Melania Rea, per il cui omicidio è stato condannato a 20 anni di carcere. Nei giorni scorsi la trasmissione Rai “Chi l’ha visto?” ha mandato in onda un’intervista a Salvatore Parolisi, intercettato dalle telecamere all’uscita del carcere di Bollate, dove sta scontando la sua pena, proprio durante il primo dei permessi premio che gli erano stati concessi e ora revocati.
Alle telecamere della trasmissione di Raitre, l’ex militare ha parlato dell’omicidio della moglie, ammettendo di averla tradita, ma non uccisa.
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Stando a quanto riferisce Il Fatto Quotidiano, l’ex caporal maggiore dell’Esercito – che continua a dichiararsi innocente – non avrebbe compreso ancora le motivazioni della condanna. Tanto che Parolisi, ai microfoni di Raitre, ha spiegato di non aver ricevuto l’ergastolo, sostanzialmente, per mancanza di prove. “Da uomo, da militare, da padre soprattutto, tu mi devi dare l’ergastolo, mi butti la chiave e non mi fai uscire più, se dici che io ho fatto una cosa del genere, e me lo provi però. Perché a me non me lo hanno mai provato”, ha dichiarato Parolisi alla giornalista Chi l’ha visto? che lo ha intervistato all’uscita dal carcere di Bollate il 2 luglio scorso.
Parolisi ha ammesso di aver tradito Melania, non solo con la collega di cui la stessa moglie era venuta a sapere, ma anche altre volte. “Davo 500 euro a Melania tutti i mesi, dimmi tu se questo non è amore”, ha poi raccontato l’ex militare, screditando quindi anche la figura della donna.
L’intervista, com’era facilmente immaginabile, ha suscitato reazioni da parte della famiglia di Melania, che hanno ribadito la contrarietà alla concessione dei permessi premio.
Il tribunale di sorveglianza quindi, nella persona del magistrato Rosanna Calzolari, che aveva concesso i permessi, ha deciso di revocarli, perché Parolisi non avrebbe concluso il lavoro di introspezione su quanto commesso, elemento fondante per il reinserimento nella società.
“La gravità delle esternazioni e l’assenza di consapevolezza” di Parolisi hanno quindi determinato la cancellazione delle uscite settimanali che prevedevano delle giornate di volontariato che l’uomo avrebbe svolto in una parrocchia di Milano. L’ex militare dovrà invece proseguire con il suo ” lavoro introspettivo” nel carcere, continuando il percorso di riflessione necessario anche a restituire “piena dignità alle vittime e alla loro storia”.