L’allarme tsunami emanato in Sicilia, dopo il terremoto di magnitudo 7.9 che ha coinvolto la Turchia, è stato revocato. Riprende dunque la circolazione anche dei treni.
La scossa di terremoto avvenuta nel sud della Turchia si è verificata intorno alle 3.17, ora locale. Questa ha portato la Protezione Civile del nostro paese ad emanare un allarme di possibile maremoto, soprattutto sulle coste siciliane, allarme che però è stato revocato.
Questa notte un forte terremoto ha coinvolto il sud della Turchia, distruggendo decine di strade e palazzi. La scossa, di magnitudo 7.9, ha fatto sì che la Protezione Civile del nostro paese avvertisse alcune regioni del sud Italia di un possibile allarme tsunami.
Le coste delle regioni coinvolte sono quelle della Sicilia, delle Marche, Calabria Ionica, Puglia. A quanto pare le autorità avevano consigliato ai cittadini di queste regioni di allontanarsi dalle coste e di spostarsi in altura.
In particolare in Sicilia, i cittadini avevano il divieto di passare lungo il litorale alle 06:30 di questa mattina. In quanto l’ondata di tsunami doveva abbattersi sulle coste siciliane proprio per quell’ora.
Comunque la Protezione Civile ha poi revocato l’allarme tsunami, in quanto le autorità competenti non ritenevano più che le coste italiane fossero in pericolo. Anche perché l’onda d’acqua che le autorità hanno misurato in Turchia, sarebbe stata “più piccola del previsto”.
La Turchia questa notte è stata sconvolta da un terribile terremoto verificatosi verso le 3.17 di questa notte, ora locale, in Italia erano le 2.17.
La forte scossa di magnitudo 7.9, verificatasi nel sud del paese, al confine con la Siria, ha completamente distrutto diverse abitazioni appartenenti alle zone coinvolte.
Dopo la scossa iniziale infatti, ne sono seguite una serie di assestamento, causando danni diffusi a cosa e persone.
Il bilancio dei morti è abbastanza alto e i anche i feriti sono numerosi. La scossa di terremoto è stata così violenta da far crollare diversi edifici e palazzine.
Il bilancio attuale è di circa quattrocento morti e più di duemila feriti. A quanto pare però il bilancio è destinato a salire.
Le province turche maggiormente colpite sono Adana, Gaziantep, Malatya, Diyarbakir, Adiyaman, Sanliurfa, Osmaniye, Hatay e Kahramanmaras.
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