E’ stato revocato lo sciopero dei medici in programma per il 28 novembre 2016 perché considerato troppo vicino alla data del 25 novembre, giornata in cui erano già stati proclamati 2 scioperi di 24 ore nelle categorie pubbliche e private (la norma prevede che ci siano almeno 10 giorni tra una protesta e l’altra). La Commissione di garanzia sull’attuazione degli scioperi nei servizi pubblici essenziali ha quindi bocciato la data della protesta, che però è stata solo rimandata a data da destinarsi. “Ottemperando al divieto imposto dalla normativa vigente”, le organizzazioni sindacali “revocano lo sciopero del 28 novembre, riservandosi di riprogrammarlo in altra data, tenuto conto anche del cammino parlamentare degli emendamenti da loro promossi”, annunciano Anaao Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Fp Cgil Medici e dirigenti sanitari, Fvm, Fassid (Aipac-Aupi-Simet-Sinafo-Snr), Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici, Uil Fpl Medici. Ricordiamo che la causa della protesta sta nei troppi tagli considerati inaccettabili da medici, sanitari e veterinari riguardo i rinnovi contrattuali nella Sanità pubblica previsti dalla Legge di Bilancio 2017.
I rappresentanti dell’intersindacale medica hanno lamentato di come ci siano «pochi medici» e come questi siano «maltrattati» e dotati di«risorse esigue e incerte per i contratti». «La legge di bilancio – ha spiegato Costantino Troise, segretario dell’Annao Assomed – si è dimenticata di medici, veterinari e sanitari, ovvero di tutti coloro che in questi anni difficili hanno garantito anche in carenza di risorse economiche che il servizio sanitario nazionale continuasse a tutelare la salute degli italiani».
Lo sciopero annunciato che coinvolgerà medici ospedalieri, medici di famiglia, pediatri e veterinari, paralizzerà la Sanità per una giornata intera (sono previsti stop a circa 40mila interventi e a quasi 2mln di prestazioni tra visite ed esami).
Troise ha spiegato le ragioni di questo netto no alle manovre previste nella Legge di Stabilità 2017 espresso anche in un sit in davanti a Montecitorio nella giornata del 17 novembre: «I finanziamenti contrattuali sono incerti e esigui. Il depauperamento delle risorse accessorie dei vecchi contratti prosegue indisturbato. Sono incerti i numeri atti a finanziare nuova occupazione, che ci dovrebbe consentire di rispettare gli orari europei di lavoro e di stabilizzare 14.000 precari. Sembra una miscela punitiva verso una categoria professionale che svolge un lavoro sempre più pesante, anche dal punto di vista legale».
Massimo Cozza, segretario Fp Cgil medici, ha aggiunto: «Veniamo da anni di tagli e le risorse stanziate non permettono di sostituire i medici che andranno in pensione. Questo ci mette di fronte a una situazione di critica per medici e cittadini, perché sono a rischio l’accesso alle prestazioni e le liste d’attesa non potranno che allungarsi».
Infine, hanno concluso i rappresentanti dell’intersindacale medica, «Lo sciopero ci sarà a meno che non saranno accolte le nostre proposte su contratti e assunzioni nel maxiemendamento alla Legge di Stabilità».