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Riaperta la biblioteca di Sarajevo, dopo che un incendio scoppiato in seguito ad un bombardamento avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 agosto 1992 aveva bruciato oltre un milione di libri (ma c’è anche chi dice quasi due) l’80% del totale. La Biblioteca Nazionale ed Universitaria di Bosnia ed Erzegovina era ritenuta “insignificante” dalle forze serbo-bosniache, e dopo essere stata colpita con proiettili al fosforo fu lasciata bruciare.
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La distruzione della Vijesnica fu contestuale a quella del ponte di Mostar, risalente al XVI secolo e distrutto dal fuoco di mortaio croato: nel 2004 ne è stata completata la ricostruzione, contestuale al recupero dell’intera città vecchia, che è stata iscritta dall’Unesco nella lista dei siti patrimonio dell’umanità nel 2005. Come quella della biblioteca, la distruzione del Ponte, che non aveva nessun valore strategico, volle colpire un simbolo dell’alleanza tra due mondi che si volevano separare.
Riaperta venerdì scorso – in una giornata di festa, con l’esibizione della Filarmonica di Sarajevo con anche 200 solisti, e di protesta, con centinaia di persone in piazza a protestare contro la disoccupazione – la Vijesnica (biblioteca) di Sarajevo si è salvata anche grazie alle centinaia di cittadini (bosniaci, serbi, croati e molto altro) che hanno unito le forze per salvare i libri salvabili, inclusa un’antica copia di un’Haggadah ebraica, che prima si era salvata anche dalle deportazioni e dai roghi nazisti.
“Correvamo dentro come ragazzini a prendere casse di libri e all’uscita li gettavamo a bordo di un camion militare”, ricorda il violoncellista Vedran Smajlovic, diventato noto per una sua celebre foto in cui suonava il violoncello tra le macerie della Biblioteca.
Subito dopo fu lanciato “Sarajevo cuore d’Europa“, un progetto italiano dell’Associazione per la Pace che, insieme ad altre iniziative analoghe, volle ricostruire la Biblioteca di Sarajevo e ridare ai bosniaci la maggior parte delle migliaia di manoscritti rari, fotografie e documenti andati perduti.
Oggi, 22 anni dopo, la biblioteca è stata ricostruita il più possibile uguale all’originale e ospiterà l’Amministrazione cittadina (come sotto l’impero austroungarico, quando l’edificio, in stile pseudo moresco, ospitava il municipio), una parte del patrimonio librario della Biblioteca Nazionale ed il Museo di Sarajevo.