Il Governo sta iniziando a pensare alle riaperture di tutte le attività attualmente chiuse: ristoranti, alberghi, palestre, piscine, musei, cinema e teatri.
È lo stesso premier Draghi a volere trattare l’argomento in vista di un graduale ritorno della normalità nel caso in cui ci fosse un importante calo dei contagi, di pari passo all’aumento della popolazione vaccinata.
La decisione spetterà al Comitato tecnico-scientifico, che dalla cabina di regia stabilisce quali siano le migliori norme da attuare. Il ministro Franceschini ha già incontrato i responsabili del CTS per parlare del settore cultura, mentre mercoledì prossimo toccherà al Governo. In base al report settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità si inizierà a discutere del da farsi concretamente, soprattutto in ottica del decreto che verrà emanato a fine aprile con le norme per maggio.
Allo stato attuale della campagna vaccinale, non si potrà parlare di riaperture prima del mese di maggio, poiché bisogna prima immunizzare tutte le fasce più deboli della popolazione e soprattutto stabilire protocolli da applicare a tutte le attività. Il nodo centrale sta nel trovare il giusto compromesso tra la garanzia di sicurezza e la possibilità per tutte le attività di tornare a lavorare, seppur non a pieno regime.
Il primo ripartire potrebbe essere il settore della cultura viste le richieste del ministro Franceschini, che presenterà al Comitato tecnico-scientifico alcune opzioni e ipotesi per la riapertura di musei, teatri e cinema, ma anche per la rimessa in moto del settore dei concerti. Le attività ricomincerebbero esclusivamente in zona gialla, per ora non prevista, alzando il limite di capienza, che passerebbe dal 25% al 50%, per un massimo di 500 spettatori al chiuso, e da 400 a 1000 all’aperto, permettendo quindi un maggior afflusso, di cui ne gioverebbero imprenditori e gestori così come il pubblico, privato della cultura da molti mesi.
Grande fermento anche per il settore della ristorazione, che non smette di protestare chiedendo di poter ricominciare a lavorare. Il ministro Giorgetti incontrerà i rappresentanti della Federazione italiana pubblici servizi per discutere di una graduale riapertura di ristoranti e bar: un protocollo era già stato proposto dalla Federazione a gennaio (venendo bocciato) e prevedeva in zona gialla la riapertura dei ristoranti anche alla sera, mentre nelle zone arancioni solo a pranzo, sempre con prenotazione obbligatoria per gestire il flusso. Ora viene riproposto ma anche in questo caso bisognerà trovare un accordo su orari e capienza, equilibrando posti all’interno e all’esterno.
L’incognita resta sul mondo dello sport, delle palestre e delle piscine, ancora in stand-by. Per ora si ipotizza che si potranno svolgere esclusivamente allenamenti in forma individuale, mantenendo sempre la distanza minima di 2 metri. Sospesi quindi i corsi e la possibilità di tornare a pieno regime per le strutture. In piscina la distanza dovrà essere di almeno 10 m.
Verrà poi studiato un protocollo per l’igiene la pulizia e la gestione degli spogliatoi e del materiale di utilizzo comune.
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