Walter Ricciardi, consigliere scientifico del ministro della Salute per la pandemia, torna a criticare le misure adottate dal Governo. Questa mattina è intervenuto nella trasmissione Omnibus di La7, sostenendo che il nuovo Dpcm è un passo in avanti ma non risolutivo per contrastare la diffusione del virus. Ha sottolineato ancora una volta, che bisogna prendere decisioni “locali”: già nelle scorse settimane aveva parlato della necessità di lockdown localizzati nelle aree più colpite.
“In alcune zone l’indice di contagio è 2,5, significa che la trasmissione del virus è esponenziale e c’è bisogno di misure più aggressive. Non lo dico io, lo dice uno studio pubblicato da colleghi dell’università di Edimburgo su “Lancet” dopo l’analisi delle esperienze di 131 Paesi in questi 7 mesi“: il professore ha fatto riferimento allo studio secondo il quale, in una classifica dei comportamenti più efficaci per contrastare il Covid, al primo posto si è posizionato proprio il lockdown.
Non solo Ricciardi: gli altri esperti contro il Dpcm
Non solo il professor Ricciardi, anche altri esponenti politici ed esperti hanno espresso parole di dubbio in merito al Dpcm emanato ieri da Giuseppe Conte ed entrato in vigore quest’oggi.
Secondo Silvio Garattini, presidente dell’Istituto Mario Negri di Milano, questo provvedimento cerca di mettere d’accordo tutti senza però impedire realmente contagi e decessi. La sovrapposizione di autorità tra Stato, Regioni e Comuni non aiuta affatto: non c’è una comunicazione allineata, si crea confusione quando invece la situazione è molto grave.
Dal fronte della politica: Silieri a favore, Salvini e Zaia contro
Il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, seppur dubbioso sulla chiusura di palestre e piscine, ha scritto su Twitter che il Dpcm va nella direzione giusta e che appena ci sarà un calo dei contagi, saranno riviste le restrizioni.
Di tutt’altro avviso il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, non contrario esclusivamente per ragioni sanitarie come Walter Ricciardi, ma più per le ripercussioni economiche che potrebbe avere. Infatti, secondo il presidente veneto, questo decreto non ci voleva per le attività e ha fatto un appello direttamente al Governo perché faccia marcia indietro sulle chiusure: “Non ci sono dati di sanità pubblica che dimostrino che ristoranti o palestre siano responsabili dell’infezione. Avevo chiesto la chiusura alle 24.00, poi il punto caduta era stato fissato alle 23.00, ma neanche questo; chiudere alle 18.00 vuol dire farli chiudere per sempre“. Zaia si è sempre dichiarato contro misure troppo drastiche, considerate un grave danno per l’economia della Regione.
Matteo Salvini in mattinata si è confrontato con i leader regionali della Lega, preoccupati per questa semi-chiusura del paese che potrebbe mettere in difficoltà molte attività, e il partito ha reso noto che alcun amministratori locali “stanno valutando di ricorrere al Tar contro il Dpcm. Per l’ennesima volta, gli amministratori locali hanno lamentato la totale assenza di confronto e di condivisione da parte del governo“.