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I dati 2017 del riciclo della plastica in Sicilia sono positivi, dal momento che si è registrato un netto aumento della raccolta differenziata degli imballaggi in plastica rispetto all’anno precedente. Infatti, rispetto al 2016 c’è stato un +50% nella quantità di plastica riciclata e addirittura i Comuni di Cinisi, Marsala e Aci Castello sono stati tra i più virtuosi (il primo con 31 kg/ab/anno, gli altri due con 22 kg/ab/anno), seguiti dai Comuni di Acireale e Capo D’Orlando (19 kg/ab/anno) e dai Comuni di Gela, Alcamo e Vittoria con rispettivamente 16 e 15 kg/ab/anno.
Nel corso di due ‘Giornate della Ricerca’ che si sono svolte a Palermo (22/23 marzo) promosse da Corepla, si è fatto il punto della situazione sulla pratica del riciclo della plastica, che non solo a livello della salvaguardia ambientale ha visto una netta crescita nell’ultimo anno (24mila tonnellate nel 2016, 38mila nel 2017 con un valore pro-capite che passa da 4 al 7,5 kg/ab/anno. La media nazionale è di 17,7 kg/ab/anno), ma anche per quanto riguarda l’occupazione.
La Ricerca Althesys per Corepla 2018 mostra infatti i numeri in merito: 250 milioni di euro di salari pagati, 5.806 addetti, un risparmio di 417 milioni di euro di consumi energetici, l’equivalente di 2 milioni di euro di emissioni evitate, 78 milioni di euro di petrolio risparmiato, 962 milioni di euro di giro d’affari totale.
Nello scorso anno l’Italia ha migliorato la sua posizione con un +11% di raccolta differenziata degli imballaggi in plastica, arrivando a oltre un milione di tonnellate raccolte con un procapite medio annuo nazionale di 17,7kg/abitante. “Per noi – chiarisce Antonello Ciotti, presidente Corepla – la sfida è diventare un catalizzatore nella ricerca e sviluppo di nuove applicazioni nel campo del riciclo. Abbiamo previsto risorse aggiuntive per questo settore rappresentato sia dalla piccola idea geniale della startup, che dagli importanti contributi di Università e Centri studi, fino a tutto quanto il mondo industriale è in grado di proporci. Obiettivo 2020: la riduzione del 40% degli imballaggi in plastica oggi non avviati a riciclo e l’adozione di nuove applicazioni”.
E al proposito è intervenuto Giorgio Quagliuolo, presidente di Conai: “Per 20 anni l’azienda ha svolto un importante ruolo di volano per la filiera del riciclo degli imballaggi, generando ritorni positivi non solo dal punto di vista ambientale, ma anche economico e sociale. Ma con la crescita della raccolta differenziata – osserva – sono cresciute anche le quantità degli scarti per i quali è d’obbligo trovare soluzioni tecnologiche innovative legate alla selezione ed al riciclo. Questa è sicuramente una delle sfide più importanti che ci aspetta nei prossimi anni, che potremo affrontare solo con il coinvolgimento e la cooperazione di tutti gli attori delle filiere, dai produttori ai riciclatori, passando per il mondo dell’innovazione”.
Le novità per il futuro sono tante, dato che anche l’Italia dovrà rispettare i target fissati dall’Unione Europea per la riduzione dei rifiuti nell’ambito del ‘pacchetto sull’economia circolare’. L’eurodeputata Simona Bonafé conclude spiegando: “Con l’approvazione definitiva durante la prossima plenaria del Parlamento Europeo di aprile del l’Ue si pone all’avanguardia per un modello di sviluppo in grado di coniugare la crescita industriale con la sostenibilità ambientale. Il pacchetto prevede un innalzamento del target di riciclo per gli imballaggi plastici al 50% entro il 2025 e al 55% entro il 2030: una sfida che richiede un coinvolgimento di tutti gli stakeholder supportati da investimenti in innovazione, capaci di migliorare la durabilità, la riutilizzabilità e la riciclabilità dei materiali plastici”.
In collaborazione con AdnKronos