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Salute

Il riconoscimento vocale potrà dirci se siamo positivi al Coronavirus?

Il settore dei sistemi di riconoscimento vocale è in piena espansione, tanto da ipotizzare un suo ruolo ben più rilevante all’interno della società nel prossimo futuro.

La startup israelo-statunitense Vocalis Health sta elaborando un programma che sarebbe addirittura in grado di riconoscere le persone malate di Covid-19 dal tono della loro voce. Il progetto nasce con l’intento di semplificare la diagnosi della malattia, i cui sintomi vengono spesso confusi con la normale influenza.

Riconoscimento vocale, utile anche in campo medico?

Secondo quanto pubblicato dalla rivista Nature, gli sviluppatori della startup hanno cercato di realizzare “un’applicazione sperimentale“, in grado di riconoscere gli individui positivi al Coronavirus dal tono della loro voce.

Nella fattispecie, la Vocalis Health è riuscita a condurre le proprie ricerche grazie all’importante partecipazione di persone infette. Infatti, le loro voci sono state registrate da un programma di raccolta dati e sono state in seguito messe a confronto con degli audio vocali di persone risultate negative al Covid-19. E la scoperta pare sorprendente: grazie all’utilizzo del “machine learning”, il sistema ha identificato una sorta di impronta vocale tipica di chi ha contratto il virus.

Utile per distinguere tra Covid e influenza

Secondo i promotori dell’iniziativa, lo strumento potrebbe rivelarsi utile per diagnosticare i casi “possibili” di Coronavirus tra gli individui che mostrano sintomi, anche lievi, al punto da non rendersi conto di essere malati. Questo sistema consentirebbe di concentrare le attività di test sui probabili infetti indicati dalla stessa applicazione, riducendo così tempi e costi per le analisi di laboratorio.

Tuttavia, gli sviluppatori di Vocalis Health sono attualmente al lavoro per migliorare il riconoscimento vocale e renderlo il più possibile accurato. Di fatto, saranno necessari diversi mesi prima di poter giungere a lanciare un’applicazione sufficientemente affidabile.

Le soluzioni studiate non riguardano solamente malattie respiratorie, ma autismo, problemi cardiovascolari, demenza e infine depressione. Infatti, alcuni sistemi sono ancora in fase di sperimentazione, ma altri hanno addirittura raggiunto forme più avanzate e hanno iniziato a essere commercializzati in tutto il mondo (seppure nell’ambito di programmi sperimentali con pochi pazienti).

alanews

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