Una mummia di 4,300 anni fa. Si tratta della più antica mai ritrovata in Egitto. Risale al periodo tra il 2.465 e il 2.152 avanti Cristo.
Solo pochi giorni fa erano stati scoperti dettagli importanti su una mummia ritrovata nel 1916 ma mai esaminata.
Non finisce mai di stupire il patrimonio archeologico dell’Egitto. Sembra quasi che le bellezze e i tesori rimasti nascosti siano ancora innumerevoli. E ora una tomba faraonica scoperta di recente potrebbe riscrivere la storia dei ritrovamenti più significativi nel Paese.
Gli egittologi hanno infatti ritrovato una tomba non lontano da Il Cairo. Dentro di essa si è conservata una mummia che gli esperti pensano possa essere la più antica mai scoperta in Egitto. Non solo, sembra anche che si tratti di quella più completa per via del suo ottimo stato di conservazione.
Lo scavo condotto da un team di archeologi ha restituito la mummia di ben 4,300 anni fa. Il ritrovamento è avvenuto sul fondo di un tunnel di 15 metri. L’antico sarcofago, sigillato appunto quattro millenni fa, contiene la mummia di un uomo chiamato Hekashepes e è decorata con foglie d’oro.
Nello scavo sono state ritrovate in totale quattro tombe. Risalgono al periodo della quinta e sesta dinastia dell’antica civiltà egiziana che si colloca tra il 2.465 e il 2.152 avanti Cristo. La loro individuazione è stata fatta vicino alla piramide a gradoni di Djoser, a sud del Cairo. Precisamente nella necropoli di Saqqara. Né la mummia di Hekashepes né le altre tombe sono appartenute a faraoni. Si tratta infatti di persone comuni, ma tutte molto vicine e di una certa rilevanza per i faraoni stessi.
Invece tra le altre tombe, una è appartenuta a Khnumdjedef, un ispettore di nobili e funzionari durante il regno di Unis, l’ultimo faraone della quinta dinastia. L’uomo aveva anche il ruolo di sacerdote. La sua tomba era decorata con scene di vita quotidiana, come hanno raccontato gli archeologi che hanno fatto la scoperta.
Una terza è appartenuta a un uomo chiamato Meri. Un “guardiano di segreti e assistente del leader del palazzo” è stato definito. L’ultima, invece, è stata di Fetek, uno scrittore e giudice. Nel sito sono state ritrovate anche molte statue. In particolare, una di queste rappresenta un uomo con sua moglie e molti servi.
La scoperta è stata definita da Ali Abu Deshish, un archeologo che ha lavorato agli scavi, come “molto importante, perché collega i re con le persone che vivevano loro attorno”.
Pochi giorni fa un team di ricercatori della facoltà di medicina dell’università de Il Cairo ha condotto degli approfondimenti su una mummia di 2,300 anni fa. Attraverso una scansione digitale del sarcofago, che ha così permesso un esame senza aprirlo, è emerso che il corpo mummificato di un giovane ragazzo contiene 49 amuleti, alcuni d’oro e altri di pietre semi preziose.
Da qui gli studiosi hanno dedotto che il ragazzo, ribattezzato “ragazzo d’oro” apparteneva a una famiglia estremamente benestante che lo aveva sepolto con gli oggetti di buon auspicio per la vita dopo la morte. Inoltre l’adolescente si sospetta non fosse egiziano. Questo suggerisce che anche alcuni stranieri fossero stati mummificati.
La mummia era stata scoperta nel 1916 ma fino a quel momento non era mai stata esaminata. Era rimasta per oltre 100 anni nel seminterrato del museo egizio de Il Cairo.
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