La vicenda ha riacceso le polemiche sulle condizioni, spesso di sfruttamento, dei fattorini, costretti – come nel caso del rider di Verona – a percorrere decine di chilometri anche in condizioni meteo particolarmente difficili.
Il cliente, Andrea Bassi, già consigliere regionale della Lega e poi in Fratelli d’Italia, ha pubblicato un lungo post su Facebook per dichiararsi pentito dell’ordine online e per denunciare il fatto.
Un rider, italiano e giovanissimo, è stato costretto a percorrere una 50ina di chilometri in bici per una consegna nel veronese. A denunciare l’accaduto non è stato lo stesso lavoratore, ma il cliente. Non un acquirente qualunque, ma Andrea Bassi, ex consigliere regionale della Lega e poi di Fdi.
Il consigliere ha dichiarato di essersi pentito di aver voluto ordinare il pasto online e di aver scelto la consegna a casa. In un lungo post su Facebook, Bassi ha denunciato l’accaduto, annunciando di voler rinunciare in futuro a questo tipo di consegne.
“Non cado dalle nuvole ma ho toccato con mano quello che accade a questi poveri ragazzi, è stata la prima volta che ho usato l’applicazione”
si legge nel lungo post.
Una denuncia senza mezzi termini, per raccontare quello che spesso – per molti lavoratori di questa categoria – è la realtà quotidiana.
Il ritardo del giovane fattorino avrebbe anche fatto ‘alterare’ il cliente, fino a che lo stesso Basso non è andato incontro al rider e si è reso conto di come dovesse svolgere il suo lavoro.
“L’incazzatura si è subito trasformata in pena e quasi angoscia che, se lo avessi avuto, gli avrei prestato pure un motorino”
ha raccontato Basso.
La vicenda ha riacceso le polemiche, mai sopite, sulle condizioni, spesso di sfruttamento, dei fattorini, costretti – come nel caso del rider di Verona – a percorrere decine di chilometri anche in condizioni meteo particolarmente difficili.
Il business della consegna del cibo a domicilio è ormai in piena espansione, tanto da fatturare in Italia ben 3,2 miliardi l’anno. La crescita però non va di pari passo con le migliorie necessarie, tanto che spesso questi fattorini lavorano in condizioni di caporalato.
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