Ridotta la pena a un soldato russo accusato di crimini di guerra: un tribunale di Kiev a ridotto la pena dall’ergastolo a 15 anni di galera.
Un tribunale ucraino ha ridotto a 15 anni la pena di un soldato russo, Vadim Shishimarin, accusato di crimini di guerra, inizialmente condannato all’ergastolo: il combattente era stato accusato di omicidio premeditato nel primo processo per crimini di guerra del Paese.
Soldato russo, ridotta pena per crimini di guerra: dall’ergastolo a 15 anni di galera
La Corte d’Appello di Kiev ha ridotto la pena di un soldato russo, accusato di vari crimini di guerra, dall’ergastolo a quindici anni di galera.
Vadim Shishimarin, che aveva 21 anni al momento della sentenza di maggio, è stato riconosciuto colpevole di crimini di guerra per l’uccisione di un civile disarmato e condannato all’ergastolo, nel primo verdetto del suo processo.
Il sergente siberiano aveva ammesso di aver tolto la vita a un civile di 62 anni, Oleksandr Shelipov, mentre era in bicicletta nel villaggio di Chupakhivka, nel nord-est dell’Ucraina.
Shishimarin ha affermato di aver sparato a Shelipov sotto la pressione di un altro soldato mentre cercavano di ritirarsi e fuggire in Russia con un’auto rubata il 28 febbraio.
Il suo avvocato – Viktor Ovsyannikov – aveva promesso di impugnare il verdetto, sostenendo che la “pressione sociale” aveva pesato sulla decisione. Il legale aveva chiesto dieci anni di carcere per il suo assistito.
L’ergastolo come prima pena per il soldato russo
L’ufficiale militare russo Vadim Shishimarin, accusato di aver ucciso un civile residente nella regione di Sumy, è stato condannato – inizialmente – all’ergastolo il 23 maggio 2022.
La corte ha ammesso le prove contro Shishimarin e ha concluso che l’omicidio era intenzionale.
Il tribunale ha anche rigettato le ragioni della difesa secondo cui l’occupante stava eseguendo gli ordini, poiché la testimonianza era stata resa da un militare che non era il comandante di Shishimarin e, comunque, l’ordine stesso era di natura criminosa.
Shishimarin, originario della regione siberiana di Irkutsk, non ha ottenuto il supporto della Russia durante il processo. Il Cremlino, infatti, dichiarò, a maggio, di non essere nella posizione di dargli supporto in tale percorso.
“Non abbiamo modo di proteggere i suoi interessi sul campo“, dsse il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitry Peskov, promettendo di perseguire “altri canali”.
Le Nazioni Unite hanno registrato oltre 5.000 uccisioni di civili in Ucraina da quando il Cremlino ha lanciato l’invasione a febbraio. Mosca nega di prendere di mira i civili e afferma di attaccare solamente le infrastrutture militari in Ucraina.