Grazie all’istituzione delle nuove zone di contagio, con la maggior parte delle Regioni italiane in zona arancione o gialla, oggi rientreranno in classe oltre 640 mila studenti di scuola superiore.
Nella zona rossa restano solo Lombardia, Sicilia e Provincia autonoma di Bolzano. Gli studenti che stamane potranno riprendere posto in aula oggi, 18 gennaio, sono quelli del Lazio (256 mila), Molise (13 mila), Piemonte (176 mila) ed Emilia Romagna (196 mila ragazzi).
Ovviamente, a questi vanno aggiunti i ragazzi di Toscana, Valle d’Aosta e Abruzzo (che già dall’11 gennaio frequentano in presenza al 50%) e del Trentino, le lezioni sono riprese il 7 gennaio.
Per le altre Regioni fuori dalla zona rossa, le lezioni in presenza dovrebbero riprendere il 1 febbraio.
Ma se il presidente delle Marche, Francesco Acquaroli, ha annunciato che “se l’andamento della curva rimarrà con l’Rt sotto a uno anche nella prossima settimana, credo che potremmo pensare a un provvedimento di anticipo del rientro al 50% delle superiori”. Altri presidenti di Regione sono meno convinti di abbandonare la dad.
Il 1 febbraio, infatti, anche Sardegna, Veneto, Calabria, Basilicata, Friuli Venezia Giulia dovrebbero permettere l’ingresso a scuola agli studenti nella misura del 50% e fino al 75% come previsto dal dpcm del 14 gennaio.
Per esempio, il presidente dell’Emilia-Romagna e della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, ha utilizzato Facebook per esprimere i suoi dubbi. “Mi permetto di osservare che sulla scuola continua una situazione di incertezza che va a discapito in primo luogo di studenti, genitori e di chi nella scuola lavora”, ha scritto.
Bonaccini ha concluso: “Ho rispetto della scienza e ho rispetto delle sentenze. Quindi, come ho detto, da domani anche i ragazzi delle scuole secondarie superiori dell’Emilia-Romagna torneranno in presenza almeno al 50%. Non ho alcuna intenzione di accrescere il caos. Il fatto poi che avremo Regioni in zona gialla con la didattica a distanza anche per le scuole elementari e Regioni in zona arancione con la didattica in presenza anche per le scuole superiori è una contraddizione che non spetta a me risolvere. Ci penserà il Governo, quando riterrà“.
Ad ogni modo, gli esperti hanno ribadito l’importanza della ripresa delle lezioni in presenza. E il Cts ha chiarito che se un governatore non dovesse accogliere questa possibilità, “se ne assume la responsabilità“.
“Le valutazioni del Cts rappresentano una guida chiara che mi auguro possa garantire a scuole e studenti le certezze di cui hanno bisogno. Il rientro in classe è un atto di responsabilità nei confronti dei nostri giovani“, ha spiegato la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. Nella giornata di ieri sono state molte, in tutta italia, le manifestazioni di comitati e di studenti per il ritorno a scuola, con investimenti che ne garantiscano la sicurezza, opponendosi oppongono al rientro in presenza “imprudente”.
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