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Rifiutano le cure per la loro bimba neonata che muore: ‘Dio non fa errori’

Hanno rifiutato le cure mediche per la loro bambina appena nata, condannandola così a morte in pochi giorni, perché “Dio non fa errori“. Rachel Joy Piland, 30 anni, e il marito Joshua Barry Piland, 36 anni, di Lansing, Michigan, sono stati arrestati con l’accusa di omicidio: fedeli cristiani, hanno infatti lasciato morire la figlia Abigail a soli 3 giorni di vita per un’itterizia neonatale. Come racconta la stampa locale, quando la polizia è arrivata nella loro abitazione, a seguito della segnalazione del fratello della donna, li ha trovati raccolti in preghiera, col corpicino della piccola al piano di sopra. Ora la coppia rischia fino a 15 anni di carcere.

Tutto è iniziato il giorno successivo al parto, avvenuto lo scorso 6 febbraio in casa, come per gli altri due figli della coppia: il giorno successivo, l’ostetrica aveva notato che c’era qualcosa che non andava e che il colore itterico era eccessivo, consigliando di portarla da un dottore.

L’ostetrica ha avvisato la coppia dei rischi che avrebbe corso la bambina se non fosse stata curata e gli avrebbe chiesto di farla visitare da un medico specializzato più volte.

Di fronte alle insistenze dell’ostetrica, la madre avrebbe ribadito che non l’avrebbe portata da nessun medico perché “Dio non fa errori”. Così, la piccola è stata lasciata senza cure mediche, necessarie in casi di itterizia neonatale grave.

Le sue condizioni di salute si sono aggravate in fretta: l’8 febbraio, Abigail avrebbe cominciato a tossire sangue, ma invece di portarla dal dottore, la madre l’avrebbe messa “vicino a una finestra con solo il pannolino addosso, scaldandola con un asciugacapelli per mantenerla calda”, come ha raccontato il detective Peter Scaccia al quotidiano locale.

Visto che le condizioni di salute della piccola peggioravano col passare delle ore, Rachel si sarebbe rivolta alla madre, raccontandole quello che le aveva detto l’ostetrica: il 9 febbraio, Abigail avrebbe iniziato a perdere sangue dal naso, ma neanche l’intervento della madre ha scosso la donna che invece avrebbe continuato a pregare.

Alle 11 del mattino del 9 febbraio Rachel ha trovato la figlia morta nel suo lettino: avvisato il marito, l’uomo non ha tentato la respirazione bocca a bocca perché, come sottolineato dal detective Scaccia, “non sapeva come farlo sui bambini”.

Allertata qualche giorno dopo dal fratello di lei, la Polizia è entrata in casa e ha trovato la coppia con alcuni conoscenti che pregavano al piano di sotto, mentre il corpo della piccola era ancora in camera. La stessa Rachel aveva postato la foto della bambina su Facebook, annunciando la sua prematura scomparsa e ringraziando gli amici per il sostegno. Ora la coppia rischia fino a 15 anni di carcere per omicidio.

Lorena Cacace

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