Riforma del Senato, record di emendamenti: minoranza PD e opposizioni uniti contro Renzi

Si prospetta un’estate bollente per il governo Renzi, anticipo di un settembre che vedrà una battaglia politica sempre più aspra. Poco prima del termine, opposizioni, minoranza PD e una parte dei dem hanno presentato alla Commissione Affari Costituzionale un numero record di emendamenti sul ddl Boschi per la riforma del Senato. In totale sono 513.450 emendamenti, come rende noto anche un tweet di Palazzo Madama. Il fronte anti Renzi è ampio e va dalle opposizioni fino alla maggioranza e non solo le minoranze PD. Il rischio di non avere i numeri per completare il passaggio sul Senato inizia a farsi sentire, ma il premier si dice tranquillo. “La maggioranza non è mai mancata e mai mancherà, vedendo i numeri”, dichiara. Sullo sfondo però si inizia a intravedere un ritorno al Patto del Nazareno.

Il cammino della riforma del Senato si preannuncia più che difficile. Il numero record di emendamenti ha formato un nuovo fronte compatto contro il governo. A firmare il maggior numero di emendamenti, oltre 500mila, è stata la Lega Nord per mano del senatore Roberto Calderoli che, in un post su Facebook, ha minacciato di arrivare a quota 6,5 milioni di emendamenti allo scopo di “affossare la riforma, la legislatura e mandare finalmente a casa il capitan Fracassa Renzi”.

Tutto l’arco parlamentare ha però proposto emendamenti, con l’obiettivo di arrivare a un Senato elettivo, cosa esclusa dalla maggioranza e dalla stessa ministra Maria Elena Boschi.

Oltre al Carroccio, ci sono 1.043 emendamenti di SEL, 20 del Gruppo Misto “L’altra Europa per Tsipras”, Forza Italia con 1.075, 194 del M5S, 11 da Area Popolare, 259 da Fare, il gruppo di Flavio Tosi, 45 del Gruppo delle Autonomie e 17 della minoranza PD con 28 senatori dem pronti a schierarsi contro l’esecutivo. Nella maggior parte, tutti puntano a tornare a un Senato Elettivo: i primi conteggi parlano di 141 senatori contrari al ddl Boschi.

Da qui, la necessità per il premier di iniziare al più presto trattative serrate con ogni gruppo parlamentare. Calderoli ha annunciato di aver presentato gli emendamenti in modo tale da non poterli accorpare con il cosiddetto “canguro”, cosa che obbliga il governo a rimettersi al lavoro per trovare la più ampia convergenza possibile, a partire dalla minoranza dem.

Si torna così a parlare di un ritorno del Patto del Nazareno con Silvio Berlusconi. Forza Italia avrebbe molte frecce al suo arco per far convergere i voti dei senatori azzurri sul governo: potrebbe chiedere garanzie sulla riforma della giustizia, magari a partire da una nuova legislazione in materia di intercettazioni.

Siamo impegnati su un cammino di riforme talmente importante che se le altre forze politiche vorranno discutere saremo sempre disponibili. Se vorranno, parteciperanno. Non è un patto del Nazareno ma un impegno a coinvolgere tutte le forze in Parlamento”, ha chiarito la vicesegretaria PD Deborah Serracchiani. I dem dovranno comunque dialogare con le opposizioni e non è detto che, per salvare la sua riforma, Renzi torni a chiedere il sostegno dell’ex Cavaliere.

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