Il Premier Matteo Renzi si è espresso su una possibile riforma del Terzo Settore. Sull’argomento ha le idee molto chiare, tanto da arrivare a dire che si dovrebbe parlare di “Primo Settore”, considerando come il volontariato, la cooperazione sociale e l’associazionismo si adoperano per il miglioramento della qualità della vita e a favore di tutta la società. Sulla base di questa convinzione, Renzi ha deciso di aprire a tutti una consultazione online tra i cittadini, in modo da avere il loro parere sulle linee guida che sono state messe a punto. Per questo lo stesso Premier ha presentato su Twitter una proposta davvero molto particolare. Il Presidente del Consiglio ha fatto sapere che i cittadini potranno intervenire sull’argomento attraverso l’indirizzo di posta elettronica terzosettorelavoltabuona@lavoro.gov.it.
Attraverso tutta la discussione avviata con i cittadini, il Presidente del Consiglio spera di mettere a punto un ddl delega, che sarà quello da cui partire. Secondo Renzi, profit e no profit possono portare avanti un cammino complementare volto al rafforzamento dei diritti di cittadinanza. Il tutto sarebbe possibile se lo Stato e gli enti locali potessero collaborare in modo sistematico per combattere le forme di esclusione e consentire a tutti di sviluppare le personali potenzialità.
Gli obiettivi
Il principale obiettivo di Matteo Renzi è quello di arrivare alla costituzione di un nuovo welfare partecipativo. L’economia sociale presenta in se stessa moltissime potenzialità e da parte del Premier ci sarebbe la volontà di premiare con degli incentivi i comportamenti che i cittadini e le imprese mettono a frutto della società stessa. Proprio per questo Renzi ha pensato ad un servizio civile universale, che sarebbe rivolto nei confronti di 100.000 giovani all’anno, che possa durare 8 mesi prorogabili a 4 e alla cui esperienza potrebbero partecipare anche gli stranieri. La proposta del Premier si basa sulla possibilità di valorizzare il principio di sussidiarietà. E’ proprio in questa maniera che si potrebbero proporre nuovi modelli di assistenza integrata fra pubblico e privato, in cui l’autonoma iniziativa dei cittadini svolga un ruolo importante e concreto per tutelare quei diritti civili che sono garantiti dalla Costituzione.
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