Una novità che rischia di far decollare i costi per le famiglie: la riforma della bolletta dell’elettricità, che potrà causare rincari fino a 117 euro all’anno per famiglia. Il nostro Paese ha recepito una direttiva europea che punta ad incrementare l’efficienza energetica nei Paesi membri, con l’obiettivo di riuscire a produrre la stessa quantità di energia utilizzando meno risorse, quindi inquinando meno. L’Aeegsi, autorità che vigila sul mercato dell’energia elettrica, gas e servizi dell’acqua, si è messa al lavoro per elaborare delle proposte di riforma e tradurre in pratica in Italia la direttiva europea.
L’idea è quella di raggiungere l’obiettivo fissato dall’UE agendo soprattutto sugli oneri di sistema, ovvero i soldi pagati dagli utenti che vanno in sussidi ed incentivi, e sui servizi di rete, le spese che il cliente sostiene per farsi arrivare l’elettricità a casa. Queste voci rappresentano in media il 41% dell’interno costo della bolletta. Il pagamento dell’elettricità in Italia si basa sulla regola della tariffazione progressiva: spende più soldi, per oneri di sistema e servizi di rete, chi consuma più corrente.
Chi ci rimette e chi ci guadagna
Il 18 giugno scorso, l’Aeegsi ha pubblicato la sua proposta per poi aggiornarla il 9 luglio, parlando di eliminazione progressiva delle tariffe e spiegando che se la riforma entrerà in vigore ci guadagnerà chi consuma più elettricità e ci perderà chi ne consuma meno.
La riforma, che dovrebbe entrare in vigore l’anno prossimo ed essere completata nel 2018, riguarda solo le utenze domestiche, che sono 29,4 milioni: per chi consuma meno di 2.700 chilowattora all’anno ci sarà un incremento dei costi che varia da 19 a 71 euro all’anno, con il picco massimo di 119 euro raggiunto dai non residenti che consumano 900 chilowattora annuali (ad esempio case al mare o in campagna). Per chi invece supera i 6mila chilowattora all’anno, il beneficio può arrivare fino a 582 euro.
Pareri discordanti
Secondo il senatore del M5S Gianni Girotto, ci perderanno i cittadini che cercano di consumare meno: «Così come impostata dall’Autorità, la riforma è una marchetta per i produttori di energia fossile: le centrali a metano, a olio e a carbone al momento sono in difficoltà e l’aumento dei consumi indotto dalla riforma dovrebbe aiutarle a recuperare. Per questo abbiamo fatto di recente un’interrogazione al governo chiedendo di intervenire».
L’associazione ambientalista Amici della Terra, invece, si è detta favorevole al progetto, in quanto l’attuale struttura progressiva della tariffa elettrica ostacola la diffusione delle tecnologie innovative e quindi il futuro stesso dell’impiego di elettricità. «Oggi, dopo gli investimenti nelle centrali e dopo i recenti costosissimi incentivi accordati alle rinnovabili elettriche, il minor consumo di elettricità indotto dalla tariffa progressiva va a danno di un sistema di produzione di energia elettrica fra i più efficienti al mondo e di una quota di energia elettrica rinnovabile fra le più alte d’Europa», ha detto la presidente dell’associazione, Monica Tommasi.
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